Saranno i due fratelli Ceci - Gabriele al violino e Mirco al pianoforte - i protagonisti del secondo concerto della venticinquesima stagione concertistica de La Soffitta, curata da Carla Cuomo, Maurizio Guani e Cesarino Ruini. L'appuntamento è per domani sera, martedì 26 alle 21, nell'Auditorium dei Laboratori delle Arti. L'ingresso è libero con ritiro di coupon gratuito la sera stessa dalle 20 fino ad esaurimento dei posti disponibili.
La formazione che vede uniti violino e pianoforte vanta un repertorio tra i più illustri nella storia della musica da camera. I tre brani in programma rappresentano altrettanti modi di concepire il rapporto tra i due strumenti: concertante e talora antagonistico nella "Sonata op. 47" di Beethoven, pacatamente dialogico e lirico nella "Sonata in La maggiore" di César Franck, segnato dal predominio quasi assoluto del violino nella "Tzigane" di Ravel.
I tre brani in programma
"La Sonata n. 9 in La maggiore op. 47 'a Kreutzer'", composta nel 1803, riflette i caratteri del cosiddetto secondo periodo creativo di Beethoven, quello definito "eroico", in cui predominano le proporzioni imponenti e uno stile musicale ricco di grandi tensioni di forte impatto emotivo.
"La Sonata in La maggiore" di César Franck rivela un approccio al sonatismo più dialogico di quello beethoveniano. Uomo di indole mistica e grande cultore del Settecento e del recente passato, Franck, da una posizione appartata e al di fuori delle correnti dominanti, contribuì in maniera significativa all’evoluzione del linguaggio musicale dell’Ottocento. L’opera è segnata da un ricercato equilibrio fra i due strumenti. Il lavoro è basato su tre temi, il primo dei quali, variamente presentato, costituisce l’elemento portante dell’intera opera mentre gli altri due si delineano in maniera progressiva nel corso dei quattro tempi della sonata.
In "Tzigane", Ravel volle più che altro ricreare un carattere popolareggiante nel quale il discorso musicale e la fisicità dell’interprete avessero un ruolo paritario. Nella lunga parte iniziale dell’introduzione, "Lento quasi cadenza", il violino solo suona esclusivamente sulla quarta corda ottenendo sonorità di grande intensità, ora aspre ora sensuali. Il violino, autentico mattatore, fa sfoggio di colori sempre cangianti e di una frenetica virtuosità, la cui fisica estroversione tocca l’acme nella entusiasmante cadenza finale.
I due fratelli Ceci
Il pianista Mirco Ceci (1988) e il violinista Gabriele Ceci (1990), figli d’arte - il padre è pianista, la madre violinista -, hanno studiato entrambi al Conservatorio "N. Piccinni" di Bari e si sono perfezionati con illustri maestri: Mirco con Boris Petrušanskij, Louis Lortie e Aldo Ciccolini, Gabriele con Ana Chumachenco, Mariana Sirbu e Salvatore Accardo. Vincitori di importanti concorsi internazionali, svolgono un’intensa attività concertistica in Italia e all’estero, sia in duo sia come solisti e in varie formazioni da camera.