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"L’unica sera in cui non c’ero", il progetto teatrale dedicato a Francesca Alinovi

Nel trentennale della scompasa in circostanze misteriose della critica d'arte e ricercatrice del Dams, il Centro La Soffitta presenta, in prima assoluta, lo spettacolo "Non più di due ore", terza e ultima parte della triologia realizzata della compagnia teatrale La Pesatura dei Punti, dedicata alla teatralizzazione degli atti processuali del caso Alinovi
"L'unica sera in cui non c'ero", il progetto teatrale dedicato a Francesca Alinovi

Il Centro La Soffitta ricorda, a trent'anni dalla scomparsa, Francesca Alinovi: critica d'arte e ricercatrice al corso di Laurea Dams dell'Università di Bologna, trovata morta a soli 35 anni nella sua casa a Bologna il 15 giugno 1983, in circostanze misteriose. Il progetto "L’unica sera in cui non c’ero", curato da Fabio Acca, presenta l’intera trilogia realizzata della compagnia teatrale La Pesatura dei Punti nel periodo 2010-2013 e dedicata alla teatralizzazione degli atti processuali del caso Alinovi.

Il progetto si articola su due serate: si parte domani, sabato 6 aprile, alle 21, presso i Laboratori delle Arti, con lo spettacolo, presentato in prima assoluta, "Non più di due ore". Al termine è in programma un incontro con La Pesatura dei Punti, coordinato da Fabio Acca.

Questo terzo e conclusivo episodio della trilogia prende in esame le sentenze di primo e secondo grado del Caso Alinovi, riprendendo nel titolo l’enigmatica frase trovata scritta nell’appartamento della studiosa, sul vetro della finestra del bagno. Senza rimarcare gli aspetti più morbosi della cronaca, piuttosto rilanciando in termini di pratica performativa alcune traiettorie legate alla metafisica freddezza dei dispositivi linguistici generati dai testi e dalle testimonianze emersi durante le udienze, le due artiste della Pesatura dei Punti attraversano gli avvenimenti per fratture combinatorie. Senza una volontà esplicitamente narrativa, ne mettono crudelmente in luce le contraddizioni, i non-detti, le trasformazioni in una logica analitica di personale assunzione fisica.

In questo capitolo finale della trilogia, La Pesatura dei Punti gioca con il grande clamore di un caso capace di scuotere l’opinione pubblica, al punto da assumere i contorni e gli effetti di un fenomeno pop. Il dispositivo scenico autoribaltante, reclinabile e pieghevole, costringe lo spettatore ad osservare e dubitare di una scena che si fa molteplice, forse perché in totale sincronia con il proprio doppio speculare.

Il progetto prosegue poi sabato 13 aprile, alle 21, presso il DOM - La cupola del Pilastro, con la seconda parte della trilogia "Questo rosso è un'intrusione atomica". L'ingresso a entrambi gli spettacoli è con biglietteria, ma è gratuito per gli studenti iscritti all’Università di Bologna.

La Pesatura dei Punti
La Pesatura dei Punti nasce come progetto teatrale nel 2008 a Bologna, dal nuovo incontro di Debora Pradarelli con Carlotta Pircher
, formatesi insieme presso il Centro di Ricerca Teatrale di Pontedera. La pesatura dei Punti crede che le cose (teatro compreso) siano fatte di infiniti punti e che questi vadano osservati, scelti e pesati con estrema accuratezza. La Pesatura dei Punti guarda con rispetto il passato, ma si dichiara un allievo ribelle: ricerca atti che siano concreti nelle sfasature della contemporaneità.