Migrazione, sviluppo, diritti. Queste le parole chiave della nuova edizione del festival Human Rights Nights, in programma da giovedì 18 a domenica 21 aprile, che quest'anno unisce le forze con Amitie, progetto internazionale di educazione allo sviluppo. L'Università di Bologna è come di consueto uno dei promotori di Human Rights Nights, e il Master Unibo in Diritti umani, migrazioni, sviluppo (con sede nel Campus di Ravenna) è uno dei partner del progetto Amitie. Tutte le proiezioni e gli eventi del festival sono ad ingresso gratuito. E nelle prossime settimane il festival arriverà anche nei Campus Unibo della Romagna.
Da domani parte quindi un intenso programma filmico, ospitato nelle sale del Cinema Lumière, puntellato da una serie di iniziative trasversali tra i diversi linguaggi artistici (dalla musica all’arte figurativa) e più ampiamente culturali, come quelle legate alle tradizioni gastronomiche e sportive dei diversi paesi chiamati a raccolta per questa edizione 2013.
Tradizioni antiche, come quella della musica della Guinea (rappresentata al festival da "Les Amis de l’Afrique"), ma anche realtà bolognesi: i giovani del Quartiere Pilastro, ad esempio, incontreranno gli artisti brasiliani del Gruppo "Pe’ no Chão", simbolo della lotta per la sopravvivenza quotidiana nelle favelas di Recife, e gli artisti romeni di Parada, associazione che nasce con il clown franco-algerino Miloud. E in chiusura, domenica 21, il festival "migra" a Corticella per unirsi al Gran Festival Internazionale della Zuppa.
I film in programma
La migrazione come risorsa, obiettivo raggiungibile se e solo se la tutela dei diritti fondamentali della donna e dell’uomo è estesa a ogni donna e a ogni uomo, senza pregiudizi e senza vincoli. È questo lo spirito che anima il programma cinematografico di Human Rights Nights, capace di presentare importanti produzioni in anteprima ("A Better Life" di Chriz Weitz, giovedì 18, ore 20; "A Restless City" di Andrew Dosumnu, venerdì 19, ore 20) o di mostrare, in occasioni uniche per il pubblico, film che difficilmente troveranno spazio nelle sale cinematografiche italiane.
Ma quest’anno il programma porterà con sé una novità: uno sguardo retrospettivo sul cinema che negli anni passati ha segnato momenti fondamentali per la nostra riflessione. Dal maestro tra i maestri, maschera d’irresistibile comicità e profondità, Charles Chaplin e il suo "The Immigrant" del 1917 (venerdì 19 aprile, ore 20, a precedere "A Restless City"), al cantore dei Balcani Emir Kusturiça con l’episodio "Uros (Blue Gipsy)" (giovedì 18 aprile, ore 18), "La barca è piena" di Markus Imhoof (giovedì 18 aprile, ore 22), senza dimenticare la nostra storia recente e i processi di migrazione interna narrati dal Pietro Germi del "Cammino della speranza" nel 1950 (sabato 20 aprile, ore 22).
Il Premio Mutti - AMM
Un altro futuro è invece quello rappresentato dai registi migranti, al quale si rivolge il Premio Gianandrea Mutti - Archivio delle Memorie Migranti, nato in seno al festival grazie alla volontà dell’Associazione Amici di Giana, Officina Cinema Sud-Est, Cineteca di Bologna e Archivio delle Memorie Migranti, protagonista anche quest’anno grazie a una vetrina (sabato 20 aprile, alle ore 20 al Cinema Lumière) che ci permetterà di vedere in anteprima il trailer del nuovo film di Dagmawi Yimer "Va’ Pensiero", attualmente in produzione, proprio grazie all’assegnazione del Premio nel 2011. Nella stessa serata, conosceremo i vincitori dell’edizione 2013 del Premio Mutti - AMM.
Cos'è Amitie
Amitie è un progetto di educazione allo sviluppo che attraverso attività di ricerca, formazione, comunicazione, partecipazione intende creare spazi di comunicazione, incontro e scambio sulle tematiche di migrazione, sviluppo e diritti umani. Iniziato nel 2011 in Spagna, Romania, Lettonia, Italia e Brasile, è co-finanziato dall’Unione Europea e coordinato dal Comune di Bologna.
Gli obiettivi di Amitie sono la diffusione di una maggiore consapevolezza, nella società europea e negli enti locali, sulla migrazione come risorsa di sviluppo e sull’interrelazione tra migrazioni, sviluppo e diritti umani, facilitando così nuove partnership e forme di partecipazione. Nel corso di due anni di lavori sono state realizzate numerose attività sulle tematiche Amitie, tra le quali una ricerca sui contesti locali nei paesi partner, focus group con i nuovi cittadini, formazione agli operatori, workshop nelle scuole, una campagna di comunicazione e infine questo festival, come ultimo evento per condividere i risultati di progetto con i cittadini di Bologna, insieme ai partner internazionali.