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L'effimero e i media. Durata, persistenza, transitorietà nella cultura audiovisiva contemporanea

Torna Media Mutations, il convegno internazionale di studi dedicato al panorama contemporaneo dei media. A Palazzo Marescotti una due giorni incentrata sugli ephemeral media: l’insieme dei materiali che circondano i film e, in generale, i "testi primari" prodotti dalle istituzioni mediali, come trailer, mashup, promo e podcast
L'effimero e i media. Durata, persistenza, transitorietà nella cultura audiovisiva contemporanea

Martedì 21 e mercoledì 22 maggio, il Salone di Palazzo Marescotti ospita la quinta edizione di Media Mutations, convegno internazionale di studi sul panorama contemporaneo dei media, a cura di Paul Grainge, Roberta Pearson, Sara Pesce, promosso dal Dipartimento delle Arti - Centro La Soffitta.

Al centro dell'edizione di quest'anno ci saranno gli ephemeral media ("Ephemeral media. Time, persistence and transience in contemporary screen culture"), cioè l’insieme dei materiali che circondano i film e, in generale, i "testi primari" prodotti dalle istituzioni mediali (trailer, mashup, promo, podcast, ecc.) In programma cu sono interventi di venti relatori da università italiane e dall’estero, oltre alla presentazione di quattro pubblicazioni. La due giorni sarà trasmessa anche in diretta streaming dal sito di Media Mutations.
 
"Si rende necessario - spiegano i curatori - analizzare i video promozionali associati a eventi o corporation, i materiali prodotti dalle comunità di fandom intorno a film, show televisivi, giochi, icone mediali. Fare i conti con tutti questi fenomeni significa misurarsi con il ruolo sempre più importante guadagnato dalle forme brevi nella cultura contemporanea e con i modi attraverso i quali piattaforme come YouTube hanno reso disponibili, consultabili, e quindi più permanenti anche nel nostro presente, 'oggetti paratestuali' del passato, aumentando la loro possibilità di ridistribuzione e rimediazione. Il convegno colloca quindi i paratesti al centro di una questione più ampia riguardante la temporalità dei prodotti audiovisivi nel contesto della medialità digitalizzata. Ne intercetta le implicazioni rispetto alla cultura contemporanea, in cui la crescita costante della quantità di beni partecipa di un ciclo sempre più breve di uso e scarto. Nuovi quesiti riguardo alla persistenza di immagini e performances mediali scaturiscono, infatti, dall’osservazione di ciò che spesso si considera 'fuori' dal testo, dall’esame dei regimi di memoria che la sua circolazione innesca - e di cui partecipa un’audience mobile, la cui attenzione è vieppiù fluida e labile."