All'interno della rassegna "CIMES progetti di cultura attiva", i docenti dell'Alma Mater Giacomo Manzoli e Paolo Noto presentano "Critica della critica", un convegno per stimolare la riflessione e il confronto sullo stato attuale della critica cinematografica. Durante le giornate del 31 gennaio e dell'1 febbraio si succederanno studiosi, docenti, giornalisti e persone del mestiere, in un dibattito a porte aperte che offrirà anche momenti di discussione collettiva.
Ad aprire la giornata, che si terrà nel Salone di Palazzo Marescotti, saranno i saluti di Giuseppina La Face, Direttore del Dipartimento delle Arti, e del responsabile scientifico del CIMES Gerardo Guccini. Tra i docenti dell'Alma Mater prenderanno la parola Giuliana Benvenuti, Marco Santoro e Claudio Bisoni, insieme ai colleghi Ilaria De Pascalis (Roma Tre), Claudio Giunta (Torino), Roy Menarini (Udine) e Andrea Minuz (La Sapienza - Roma). Saranno ospiti i giornalisti Antonio Pascale del Corriere della Sera, Davide Turrini de Il Fatto Quotidiano e lo scrittore Wu Ming 1. Due interventi di rilievo verranno dedicati ai tratti distintivi del recente cinema italiano: il cinepanettone, analizzato da Alan O'Leary dell'University of Leeds, e Riccardo Scamarcio, di cui Catherine O'Rawe dell'Università di Bristol proporrà la "critica della critica". Un altro ospite internazionale, il professore Mattias Frey dell'Università del Kent, offrirà invece una riflessione sulla critica nel Regno Unito.
Il ruolo del critico è oggi arrivato a un punto di svolta che è impossibile continuare ad ignorare. Dicono i curatori: "Il carisma, la centralità del giudizio di valore, la pervasività di finalità pedagogiche e normative, la mediazione tra massa e (presunti) depositari del sapere restano ancora elementi fondanti del discorso critico, ben oltre la loro effettiva incidenza produttiva e sociale." Di questo fardello dovranno liberarsi gli ospiti di "Critica della critica", per confrontarsi direttamente con la novità: la critica cinematografica ha infatti visto negli ultimi anni la ridefinizione della propria assertività e autorità nelle aule universitarie e sul web. Semplicemente alzando la mano o cliccando il tasto "commenta" chiunque può inserirsi nella discussione, smentire e addirittura ribaltare le carte in tavola. Chi utilizza questi metodi di intervento in genere non ha la stessa preparazione di un critico o studioso cinematografico, ma interviene semplicemente perché ha ricevuto uno stimolo o vuole condividere un'impressione: così facendo viene dato "dal basso" il via a un meccanismo di rimessa in discussione che fino a poco tempo fa non era previsto né pensabile. Ma se tutti possono fare critica, chi è allora oggi il critico cinematografico? Rispondere sarà difficile, ma come punto di partenza bisogna accettare il cambiamento, anzi inglobarlo positivamente e "pensare alla critica non solo come momento di certificazione estetica dei prodotti culturali, ma come momento di discussione della complessità sociale di quegli oggetti".
Il convegno sarà visibile anche in streaming sulla pagina live.dar.unibo.it.