Privilegiata da Pascoli per il suo potere intuitivo e metaforico, la natura può anche essere un valido strumento di educazione. Di questa sua doppia anima, di grande naturalista e pedagogista, si servì Pierina Boranga per avvicinare i ragazzi all'osservazione scientifica. Diventata maestra giovanissima, la Boranga combatté il modello classico di didattica, basato sulla lezione frontale, per rifarsi invece al metodo di Giuseppina Pizzigoni.
Fondato sull'osservazione dal vero, il metodo orienta l'educazione attraverso l'esperienza concreta e personale dell'alunno, coinvolto con i sensi e la mente nell'esplorazione del mondo. Un percorso simile, di immersione nella natura e di scoperta in prima persona, lo offre la mostra "Insegnare il verde", che l'Orto Botanico di Bologna dedica proprio a Pierina Boranga e che aprirà sabato prossimo, 23 marzo, in occasione della Fiera del Libro per ragazzi di Bologna.
La Boranga trovò nell'attività agricola un campo preferenziale per l'apprendimento, attività con cui i bambini, per lo più di origine contadina, avevano sicuramente grande familiarità. Questa visione dal basso, nel senso di ravvicinata, è esemplificata nel suo primo libro, "La natura e il fanciullo. Guida agli educatori per far conoscere ed amare la natura al fanciullo", diviso in tre sezioni che corrispondono a tre aree di esperienza quotidiana: "I muri", "La strada" e "Le siepi".
Così è organizzata anche la mostra, allestita in collaborazione con Giannino Stoppani Cooperativa Culturale. Dopo aver visitato l'esposizione all'interno del Museo Botanico, dove sono presentati alcuni testi della Boranga tratti da "La natura e il fanciullo", accompagnati da fotografie e tavole illustrate, i visitatori usciranno all'esterno per cimentarsi in una vera e propria caccia al tesoro. Aiutati da alcune schede di sintesi, dovranno ritrovare nell'Orto tutte le piante descritte, che saranno contrassegnate da cartellini dotati di QRcode, con cui collegarsi, tramite tablet o smartphone, alla scheda dettagliata della pianta stessa.