Ciao Luca, di cosa ti occupi?
Mi occupo di studiare nuove tecnologie di comunicazione, in particolar modo per aiutare i team di soccorso e le persone colpite da catastrofi naturali, come ad esempio terremoti e alluvioni.
Quando hai deciso di fare ricerca?
Verso la fine della laurea magistrale, quando ho avuto la possibilità di svolgere una tesi di ricerca sugli argomenti che ho poi portato avanti durante il dottorato. Lavorare su tematiche che presentano ancora tante domande e la continua sfida nel risolvere i problemi che mi si ponevano davanti mi hanno fatto capire che poteva essere la mia strada.
Cosa ti appassiona di quello che studi?
Mi appassiona il fatto che non ci siano risposte a priori, e che tutto sia da scoprire. Il mondo della ricerca permette di portare avanti le proprie idee, parlare con persone provenienti da tutto il mondo di come migliorarle e di come risolvere le problematiche che si pongono davanti.
Cosa pensi prima di andare a dormire la sera?
Penso a ciò che ho realizzato durante la giornata e a quello che mi aspetta il giorno successivo.
E quando ti svegli al mattino?
Penso alla giornata che mi attende, e a non perdere il treno!
Quale scoperta/invenzione pensi possa rivoluzionare il tuo ambito di ricerca nei prossimi cinque anni?
La miniaturizzazione dei componenti dei computer e dei chip wireless e di rete cellulare, che potrebbero portare ad avere dispositivi molto piccoli ma con potenzialità simili a quelle dei moderni computer, in grado di comunicare tra di loro.
Una cosa che hai imparato facendo ricerca.
Non si finisce mai di imparare. Un risultato ottenuto è l'inizio di una nuova domanda.
Sei un ricercatore "da adottare". Cosa vorresti dire ai tuoi sostenitori?
Che la ricerca è una componente fondamentale di un moderno paese. I fondi sono importantissimi per svolgere un lavoro di qualità, e per cercare di stare al passo con le altre nazioni.