Lo scorso 28 novembre si è spento, a Trento, il prof. Maurizio Malaguti, già professore di Filosofia teoretica presso l’Alma Mater.
Nato a San Felice sul Panaro nel 1942, Maurizio Malaguti si è laureato in Filosofia teoretica all’Università di Bologna sotto la direzione di Teodorico Moretti-Costanzi e ha proseguito il suo percorso accademico all’Alma Mater, dove ha coniugato lo studio della metafisica antica e medievale, nel solco della quale ha inserito la sua riflessione teorica, a quello degli esponenti più significativi della filosofia degli ultimi secoli (senza dimenticare l’amato Dante, indagato sotto un profilo schiettamente filosofico).
Nel percorso del prof. Malaguti ricerca e insegnamento sono stati sempre inestricabilmente intrecciati, e all’acume dello studioso si è sempre accompagnata l’umanità profonda e generosa della persona. Docente prima di Filosofia della religione e poi di Ermeneutica filosofica e Filosofia teoretica, ha saputo trasmettere a generazioni di studenti la sua passione per la ricerca e una tensione costante (per usare una delle sue espressioni preferite) a “vivere in filosofia”. Negli ultimi anni ha portato il suo insegnamento anche agli studenti detenuti nel carcere bolognese della Dozza, contribuendo all’attività del Polo Universitario Penitenziario.
Oltre a insegnare nei corsi di laurea filosofici, Maurizio Malaguti ha svolto attività di tutorato nel Collegio Superiore dell’Alma Mater. Nel 1996 gli è stato conferito il sigillo dell’Università degli Studi di Trnava (Slovacchia), nel 1998 il sigillo della Université de Bourgogne, nel 2003 il sigillo della Université de Montpellier, nel 2006 il sigillo della Università di Budapest e nel 2010 il sigillo dell’Università Ca’ Foscari (Venezia). È stato membro del Consiglio di Amministrazione della Association des Sociétés de Philosophie de Langue Française (ASPLF), per la quale ha curato l’organizzazione di alcuni congressi internazionali.
I colleghi dell’Università di Bologna, consapevoli dell’inestimabile contributo che le sue rare doti di studioso e il suo tratto affabile e gentile hanno apportato alla ricerca e alla vita del Dipartimento di Filosofia e Comunicazione e dell’intera comunità accademica, lo ricordano con profondo affetto e riconoscenza.