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Coronavirus: nuove modalità di lavoro flessibile per il personale tecnico-amministrativo

L'Ateneo di Bologna non si blocca e oltre ad attivare la didattica online per gli studenti avvia misure per i tecnici-amministrativi al fine di fronteggiare l’emergenza. Il Direttore Generale: “L’Università non si ferma e reagisce con una forte assunzione di responsabilità”

Anche l’Università di Bologna, come le altre istituzioni della Pubblica Amministrazione, si è attivato per mettere in campo soluzioni di lavoro flessibile a favore del personale tecnico-amministrativo in un momento in cui, data anche la sospensione dell’attività scolastica, la conciliazione vita-lavoro è particolarmente complessa. Le misure pensate e già attive sono orientate a fronteggiare questo particolare momento cercando di dare risposte veloci e adeguate a problematiche differenziate.

La prima azione messa in campo già dalla prima settimana di emergenza è stata quella di dare la possibilità di utilizzo di un credito orario “virtuale” aggiuntivo di 36 ore, da utilizzare in modo flessibile sotto forma di riposo compensativo, con previsione di recuperarlo effettuando prestazioni orarie aggiuntive, nell’arco dell’intero anno 2020.

Una seconda azione volta a dare risposta alle esigenze dei dipendenti pendolari, seguendo peraltro anche le indicazioni di limitare gli spostamenti sul territorio regionale, è quella di dare massima copertura, e se possibile aumentare, le postazioni di lavoro presso i centri satellite. Nei campus della Romagna tali postazioni erano già da tempo attivate, ma solitamente accordate ai lavoratori pendolari in forma ibrida, per un numero limitato di giornate. In questo momento tale misura è sfruttata al massimo e si stanno studiando possibilità per ampliarla se le disponibilità di spazio lo consentono.

La terza modalità di lavoro flessibile è atta a favorire la cura dei figli a seguito della sospensione dei servizi scolastici. Per far fronte a tale esigenza, considerata la numerosità della platea dei dipendenti interessati, si è individuata la priorità nella cura dei figli fino all’ultimo anno della scuola primaria compreso, e dei figli portatori di disabilità. I dipendenti che hanno figli rientranti in queste tipologie possono essere autorizzati dalle rispettive strutture in tempi estremamente rapidi a svolgere la prestazione lavorativa da casa in modalità “lavoro agile emergenziale” in una o più giornate a settimana.

“L’obiettivo – afferma Chiara Elefante, prorettrice alle Risorse Umane – è quello di non bloccare le attività ordinarie dell’Ateneo, pur venendo incontro ai dipendenti che si trovano a lavorare in condizioni obiettivamente molto diverse da quelle consuete. Tutto il personale sta reagendo in modo estremamente positivo e solidale: la situazione favorisce la capacità dei singoli di mettersi all’ascolto del proprio gruppo professionale ponendo al primo posto il benessere collettivo e le esigenze di tutti. Così facendo l’efficacia organizzativa non viene meno e anche una situazione emergenziale come quella che stiamo vivendo può insegnarci qualcosa nell’ambito del lavoro di squadra e farci sentire maggiormente parte di una comunità”.