Si è spento all'età di 81 anni il prof. Mario Lavagetto, docente prima di Letteratura italiana e poi di Teoria della letteratura all’Università di Bologna, dove ha insegnato dal 1984 al 2001.
Nato a Parma nel 1939, il prof. Lavagetto è stato allievo di Giacomo Debenedetti, diventando uno dei critici più acuti e originali della sua generazione, un maestro per molti di coloro che oggi operano nel campo della teoria e delle letterature comparate, capace di coniugare filologia e psicoanalisi, ambizione teorica e acribia analitica, libertà intellettuale e rigorosa intransigenza. Anche il suo lavoro in campo editoriale ha lasciato un segno nella storia della cultura italiana, sia nell’ambito della casa editrice Einaudi che nella direzione di importanti edizioni critiche come Tutte le opere di Italo Svevo per i “Meridiani” Mondadori.
Chi ha avuto la fortuna di essere suo allievo, o anche solo di ascoltare le sue lezioni, ha avuto esperienza diretta di un’università fondata su un’idea alta di cultura, luogo di confronto intellettuale e condivisione di un sapere vissuto come sfida, avventura, occasione di un’autentica formazione scientifica e umana.
Studioso di Svevo, di Saba, di Proust, di Balzac, di Stendhal, di Calvino, del melodramma, lettore attentissimo dei lapsus, delle bugie, delle cicatrici testuali e di quelli che – sulla scorta di Freud – chiamava “piccoli indizi”, ha messo a punto negli anni un metodo originalissimo che diffida di impalcature teoriche troppo rigide ma che ci consegna, al tempo stesso, una forte idea di letteratura e una serie di indicazioni operative per esplorare quei formidabili generatori di senso che sono i classici e in generale i testi letterari. Quel che ci lascia non è un monumento, ma un cantiere aperto a cui molti continuano a lavorare.