Si è spento il 12 febbraio il prof. Giovanni Marro, docente di Controlli Automatici e della Teoria dei Sistemi dell’Università di Bologna. Emerito dell’Alma Mater, è stato uno dei più autorevoli ricercatori a livello internazionale nel campo dell’Automatica, degli ultimi decenni: con lui scompare uno dei principali esponenti scientifici che hanno contribuito ad affermare nel mondo la scuola italiana di Automatica.
Dopo la laurea in Ingegneria Elettrotecnica, nel 1958, gli è stato conferito il premio di laurea "Augusto Righi" per l'anno accademico 1957/58. Nel 1965 ha conseguito la Libera Docenza in Controlli Automatici e ha conseguito la nomina a Professore Straordinario nel 1970, a Professore Ordinario nel 1973. Ha insegnato dal 1961 all’Alma Mater e ha svolto diversi incarichi di ricerca all’estero.
Ha ricoperto diverse cariche istituzionali in Ateneo (Direttore dell’Istituto di Automatica, Presidente del Consiglio di Corso di Laurea in Ingegneria Elettronica dal, Coordinatore del Dottorato in Ingegneria dei Sistemi), e importanti ruoli nella comunità scientifica nazionale, essendo stato presidente del GRAS (Gruppo Italiano dei Ricercatori di Automatica e Sistemistica) e fondatore prima e coordinatore poi della Scuola Nazionale di Dottorato SIDRA (Società Italiana dei Docenti e Ricercatori di Automatica).
La sua attività di ricerca è inserita nelle tematiche della teoria dei sistemi lineari e della teoria del controllo ottimo. Il prof. Marro ha avuto, infatti, il merito di introdurre, primo al mondo, importanti concetti e risultati teorici per l’analisi dei sistemi dinamici e la sintesi del controllo. Questi strumenti metodologici, noti come “l’approccio geometrico”, sono stati successivamente utilizzati da generazioni di studiosi ed hanno consentito di raggiungere importantissimi risultati scientifici.
Persona gentile e umana, lascia un’eredità di competenza e passione per la ricerca difficilmente eguagliabile: il prof. Marro ha anche contribuito, direttamente o indirettamente con il suo prestigio riconosciuto a livello nazionale e internazionale, alla creazione di una “scuola” bolognese e di un gruppo di ricerca tra i più attivi e prestigiosi a livello italiano. Il gruppo di Automatica dell’Università di Bologna e l’intera comunità scientifica perdono un vero esempio e lo ricordano con affetto, riconoscenza e stima.