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Nasce ETA 20, nuova mascherina etica e sostenibile, certificata dall'Alma Mater

Prodotta dalla cooperativa sociale ETA BETA, è nata dalla collaborazione con Zero Waste Italy e con il supporto scientifico dell’Università di Bologna. La produzione può arrivare a oltre 20.000 mascherine a settimana, con la possibilità di inserimento lavortivo di decine di persone svantaggiate


Nasce a Bologna ETA 20: una nuova mascherina sicura, etica e sostenibile. Sarà prodotta dalla cooperativa sociale ETA BETA ed è nata dalla collaborazione con Zero Waste Italy e con il supporto scientifico dell’Università di Bologna. La nuova mascherina ha un involucro di stoffa, con cotone all'interno e tessuto tecnico all'esterno, ma non e' una mascherina lavabile come le altre: è infatti dotata di un filtro sostituibile che la rende sicura. Inoltre, ETA 20, oltre a garantire massima sicurezza per la salute, riduce l’impatto dei rifiuti sull’ambiente. Le mascherine monouso possono infatti rappresentare una minaccia ambientale: sono migliaia quelle rinvenute nel mare e va considerato che quelle di tipo Ffp2 e Ffp3 non sono di fatto riciclabili. C'è poi un ulteriore valore aggiunto sociale: nella produzione di ETA 20 sono impiegate persone disabili e svantaggiate.

"Quando è nata l’dea di produrre una mascherina sostenibile siamo partiti dalla nostra cultura di rispetto e attenzione verso l’ambiente – sottolinea Joan Crous, presidente di Eta Beta – dato che avevamo esperienza nella produzione e lavaggio di pannolini ecocompatibili per bambini. Così ci siamo messi in gioco per fronteggiare questa nuova emergenza, con una produzione sostenibile e coerente con l’Agenda ONU 2030, in particolare per l’attenzione per la salute, il rispetto per l’ambiente e il lavoro sociale. Con questo progetto la cooperativa può produrre grazie alla collaborazione con Pretty Moda migliaia di mascherine per aziende, per il mondo della scuola, per i singoli cittadini. Abbiamo prenotazioni per 5.000 pezzi e gli inserimenti lavorativi riguardano dieci persone che presentano varie disabilità. Più diffonderemo l’uso di queste mascherine più favoriremo l’inserimento lavorativo di persone fragili".

La mascherina è realizzata con il tessuto di Pretty Società Cooperativa, trattato con una tecnologia antimicrobica ed antivirale, mentre i filtri sono di Baritech Operations. La produzione può arrivare a oltre 20 mila mascherine a settimana.

"Siamo orgogliosi di fare parte di questo progetto insieme a Eta Beta", dichiara Stefano Forti, amministratore delegato di Pretty Società Cooperativa. "La nostra azienda ha iniziato da marzo 2020 un progetto di riconversione industriale che l’ha portata a produrre dispositivi medici certificati sia monouso che lavabili. ETA 20 rappresenta il punto di arrivo di un percorso impegnativo ma ricco di soddisfazioni, che ha permesso alla nostra piccola realtà artigiana di mantenere in questo anno così difficile la piena occupazione e di non fare ricorso ad alcun tipo di ammortizzatore sociale".

Il progetto è stato curato nei minimi dettagli, partendo dalla qualità dei materiali utilizzati, per garantire filtraggio elevato e compatibilità ambientale. L’Università di Bologna ha dato un contributo scientifico determinante per la nascita di ETA 20.


"La mascherina ETA 20 è il miglior compromesso tra sostenibilità e sicurezza", spiega Cristiana Boi, professoressa al Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali. "È composta da un filtro intercambiabile e da una parte principale in cotone lavabile che noi abbiamo certificato sia prima che dopo il lavaggio".

"Dobbiamo tutti porci il tema del destino delle mascherine, vista la quantità in circolazione - aggiunge Francesco Saverio Violante, professore al Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche e direttore della Scuola di Specializzazione di Medicina del Lavoro dell'Alma Mater. "Il prossimo obiettivo della nostra collaborazione con ETA BETA sarà quello di realizzare una mascherina completamente lavabile e completamente efficace per la salute. Una sfida per tutti, che ha bisogno di essere sostenuta con risorse pubbliche per gli studi sui materiali".

Rita Ghedini, presidente di Legacoop Bologna dichiara: "Questo progetto ha lo scopo di sensibilizzare le persone, le imprese, le istituzioni ad un uso consapevole degli strumenti di protezione individuale, degli effetti che lo smaltimento può avere riguardo all’ambiente, delle possibilità che i soggetti svantaggiati hanno in ambito di inserimento lavorativo nella produzione di una mascherina di questo tipo. Legacoop Bologna sostiene progettualità come ETA 20 che possono declinare concretamente l’agenda ONU 2030: questo progetto è coerente con il goal 3, per tutelare la salute collettiva, il goal 8 per creare lavoro dignitoso per le face più vulnerabili di lavoratori, il goal 13 per la lotta contro il cambiamento climatico".