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Arriva in mare aperto l’imbarcazione elettrica di UniBoAT: si chiamerà Futura

In corso presso il Centro Velico Città di Riccione la campagna di prove sperimentali per il catamarano monoposto a zero emissioni nato da un progetto di didattica innovativa e di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Industriale


È stata battezzata Futura, sulla scia della celebre canzone di Lucio Dalla, l’imbarcazione elettrica a zero emissioni nata dal progetto UniBoAT – UniBo Argonauts Team. Dopo molti mesi di lavoro e superati i primi test in acqua dolce, il catamarano monoposto dell’Università di Bologna sta affrontando in questi giorni le prime prove in mare aperto. La campagna di prove sperimentali è resa possibile grazie all’ospitalità del Centro Velico Città di Riccione, che insieme al Comune di Riccione ha offerto alla squadra dell’Alma Mater tutto il supporto necessario per svolgere i test in sicurezza.

Il progetto UniBoAT è nato nell’ottobre del 2019 con l’obiettivo di sviluppare un sistema di propulsione a zero emissioni per un catamarano monoposto. Promossa dall'Università di Bologna, l’iniziativa è un'attività di didattica innovativa guidata da Nicolò Cavina, professore al Dipartimento di Ingegneria Industriale, che coinvolge una squadra di dottorandi e studenti. L’obiettivo è partecipare alla Monaco Solar and Energy Boat Challenge, competizione internazionale che si terrà fra il 6 e il 10 luglio prossimi allo Yacht Club de Monaco, a Montecarlo.

La maggior parte della barca, dalla batteria al sistema di controllo fino al cockpit, è stata progettata e costruita dagli studenti, supervisionati dai dottorandi Guido Scocozza e Saverio Ottaviano, rispettivamente Team Leader e Direttore Tecnico del progetto. Fin dall'inizio, la sfida è stata sviluppare soluzioni costruttive e tecnologiche con un ridotto impatto ambientale, sia diretto, con l'annullamento delle emissioni inquinanti, che indiretto, utilizzando materiali ecocompatibili e di riciclo.

La struttura dell’imbarcazione è infatti realizzata in larga parte con materiali di scarto: per il cockpit è stato riutilizzato il vecchio telaio di una vettura da corsa monoposto, alleggerito dopo studi approfonditi di resistenza strutturale. Come carene sono stati invece utilizzati dei laminati in carbonio grazie al supporto di Carb2Life, spin-off dell’Università di Bologna che lavora sulla produzione di componenti in fibra di carbonio a partire da pezzi di scarto, che normalmente andrebbero smaltiti.

Ad alimentare Futura sono invece un pacco batteria prototipale e una cella ad idrogeno, insieme a tre pannelli fotovoltaici ad alta efficienza che offrono un contributo aggiuntivo all’energia disponibile durante la gara. Tutta l’elettronica di potenza è stata sviluppata “in casa”, con soluzioni e componenti che massimizzano l’efficienza di conversione energetica. E grazie alla collaborazione con Alma Automotive, spin-off dell’Alma Mater e principale sponsor industriale del progetto, una sofisticata logica di controllo gestisce i flussi energetici che alimentano il motore elettrico (anch’esso modificato per aumentarne le prestazioni), adattandosi in modo intelligente alle diverse tipologie di gara previste.