Le professoresse Manuela Ferracin (a sinistra) ed Emi Dika (a destra)
Il melanoma multiplo potrebbe essere meno aggressivo e avere minore capacità di creare metastasi rispetto al melanoma cutaneo singolo. È quanto emerge da un nuovo studio pubblicato sulla rivista Cell Death & Disease che ha analizzato queste malattie della pelle focalizzandosi sui “microRNA”, piccole molecole di RNA che svolgono importanti funzioni regolatorie all’interno delle cellule, e sulle loro varianti, note come “isomiR”.
“Con questo studio abbiamo indagato per la prima volta la patogenesi del melanoma multiplo dal punto di vista dei microRNA e degli isomiR”, spiega Manuela Ferracin, professoressa al Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale dell’Università di Bologna che ha coordinato lo studio. “Studiando le interazioni tra i geni regolati dai microRNA ed espressi dalle cellule tumorali, abbiamo potuto far luce sulle caratteristiche molecolari che differenziano il melanoma multiplo dagli altri tipi di melanoma cutaneo”.
Il melanoma cutaneo è un tumore maligno della pelle che nasce dai melanociti, le cellule dell’epidermide che producono la melanina. Rappresenta tra il 3 e il 5% di tutti i casi di tumori della pelle, ma può determinare fino al 65% dei decessi collegati a questo tipo di tumore, anche perché la sua patogenesi è complessa e, ad oggi, poco chiara. In alcuni casi, poi, i pazienti affetti da melanoma cutaneo possono sviluppare ulteriori melanomi entro pochi anni dalla prima diagnosi, portando così all’insorgere di una condizione nota come melanoma multiplo.
Per conoscere più da vicino le caratteristiche di questa particolare patologia, gli studiosi hanno analizzato il profilo di espressione dei microRNA in 24 casi di melanoma sia cutaneo che multiplo, mettendoli a confronto tra di loro e con campioni di tessuto sano (nevi benigni).
“I microRNA regolano molte importanti funzioni delle cellule e per questo una loro alterazione gioca un ruolo importante nella nascita e sviluppo dei tumori, inclusi i melanomi”, dice Emi Dika, medico dermatologo del Policlinico di Sant’Orsola e prima autrice dello studio. “Dai confronti che abbiamo realizzato è emerso che il melanoma multiplo, dal punto di vista del profilo dei microRNA, ha un profilo intermedio tra il nevo benigno e il melanoma cutaneo singolo, il che suggerisce una sua minore aggressività e in particolare una minore capacità di metastatizzare”.
Lo studio dei microRNA di queste forme di melanoma ha anche portato i ricercatori a scoprire la presenza di molte varianti, note come “isoforme dei microRNA” o “isomiR”, la cui origine e funzione è oggi ancora poco nota.
“Per la prima volta abbiamo analizzato gli isomiR nel melanoma e abbiamo osservato vari aspetti interessanti”, spiega infatti Ferracin. “In particolare, questi isomiR sono molto più espressi rispetto ai canonici microRNA e la loro espressione varia in modo specifico nei casi di melanoma rispetto ai campioni di nevi benigni”.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Cell Death & Disease con il titolo “Unraveling the role of microRNA/isomiR network in multiple primary melanoma pathogenesis”. La ricerca nasce da una collaborazione tra i gruppi di ricerca di Emi Dika e di Manuela Ferracin al Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale dell’Università di Bologna, che ha incluso Elisabetta Broseghini, Elisa Porcellini, Martina Lambertini, Mattia Riefolo, Giorgio Durante e la professoressa Annalisa Patrizi.