Uno scatto della mostra "Fisheye", alla Collezione di Zoologia del Sistema Museale di Ateneo
Dal 14 ottobre al 28 novembre torna a Bologna Foto/Industria, la Biennale di Fotografia dell’Industria e del Lavoro promossa e organizzata da Fondazione MAST, quest'anno alla sua quinta edizione. Sono 11 le mostre in programma, di cui una al MAST e 10 nel centro storico di Bologna. Tra queste, come ormai di consueto, una sarà ospitata dall'Università di Bologna: l'esposizione "Fisheye" di Maurizio Montagna, allestita negli spazi della Collezione di Zoologia del Sistema Museale di Ateneo, in via Selmi 3.
Realizzata con la direzione artistica di Francesco Zanot, questa quinta edizione di Foto/Industria ha per titolo "FOOD", un tema di fondamentale importanza per il suo inscindibile legame con macroscopiche questioni di ordine filosofico e biologico, storico e scientifico, politico ed economico. Al centro della Biennale si trova il soggetto dell’industria alimentare: il bisogno primario del cibo si sovrappone a quello delle immagini in un percorso che si sviluppa all’interno di una materia insieme senza tempo e di stringente attualità. Un settore in rapido sviluppo che risponde alle più importanti trasformazioni in atto su scala globale: la questione demografica, il cambiamento climatico e la sostenibilità. Fotografia e gastronomia si fondono dalla teoria alla pratica innescando una serie di riflessioni sulla complessità della “questione alimentare”.
Tra le 11 mostre della rassegna, l'Alma Mater, negli spazi della Collezione di Zoologia del Sistema Museale di Ateneo, ospita "Fisheye", progetto dedicato al fiume Sesia e alla sua valle che il fotografo Maurizio Montagna ha realizzato appositamente per Foto/Industria. "Fisheye" indaga il territorio della Valsesia, selezionata come campione per lo studio della trasformazione di un paesaggio fluviale a partire dalla sua relazione con la pesca, che qui si è sviluppata nel corso dei secoli a partire da una tradizione tra le più antiche al mondo. Attraverso il filtro di questa attività, Montagna svela il modo in cui questo territorio è cambiato nel tempo, sia per cause naturali, sia per l’intervento dell’uomo, il quale ha inciso massicciamente sull’ambiente con interventi più o meno visibili (dalla costruzione di una diga all’emissione di gas serra) alterando il corso dei fiumi, la vita delle specie autoctone che li abitano e quella delle persone che le introducono, seppure sempre meno, nella propria dieta.
Maurizio Montagna (Italia, 1964) è un fotografo specializzato nell’investigazione del territorio, dell’architettura e del rapporto tra uomo e ambiente. I suoi lavori costituiscono un’indagine dello stesso linguaggio fotografico, mettendo alla prova il potenziale documentario di questo mezzo. Nel 2008 il libro "Billboards" costituisce un ampio studio sulla relazione tra comunicazione e spazio urbano. Il suo lavoro è stato esposto in numerose mostre personali e collettive in spazi pubblici e privati, tra cui: Triennale di Milano; Hunter College, New York (2012); XXIV Biennale di Architettura di Venezia (2014); Palazzo Te, Mantova (2015); Centro Pecci, Prato (2019).