Lo spazio è ormai un obiettivo d’importanza strategica anche per i paesi africani, che già da anni hanno lanciato satelliti e fondato agenzie spaziali: iniziative nate in risposta ad esigenze scientifiche, tecnologiche e politiche. Ora, grazie alla Europlanet 2024 Research Infrastructure, la sfida è dare vita ad una rete per le scienze planetarie in Africa.
Il primo atto di questo percorso è stato avviato in questi giorni: un workshop internazionale promosso dall’Università di Bologna e dalla Botswana International University of Science and Technology (BIUST). L’evento ospita 40 partecipanti in modalità virtuale da tutto il continente africano e 25 in presenza a Palapye, in Botswana, sede della BIUST. Si tratta di specialisti, scienziati e studenti legati da un tema comune: quello dei satelliti e della scienza e tecnologia spaziale da sviluppare in Africa.
"I satelliti sono fondamentali per l'osservazione della Terra, prevenzione di disastri, per le comunicazioni, per studi dell’atmosferica e delle variazioni climatiche, per osservazioni astronomiche, per usi militari e altro ancora", spiega Barbara Cavalazzi, professoressa all'Università di Bologna e leader delle attività di Global Collaboration per il progetto Europlanet. "Questo appuntamento internazionale è pensato per offrire una nuova prospettiva a tutti i livelli sui temi della scienza e della tecnologia spaziale, dalle osservazioni alla progettazione delle missioni fino agli strumenti tecnici da utilizzare: l'obiettivo è spingere avanti le nostre conoscenze e le possibilità di dare vita a nuove iniziative in questo settore".
Il workshop punta infatti a stimolare e sostenere in tutte le fasi della loro carriera gli scienziati e gli ingegneri che lavorano per progettare missioni satellitari in Africa e che si trovano quindi affrontare temi e obiettivi specifici. Durante l'evento sono in programma lezioni teoriche, momenti di discussione e sessioni per lo scambio di idee sulla ricerca in campo satellitare, sull'ingegneria aerospaziale, le dinamiche orbitali e l'assetto dei veicoli spaziali.
"Siamo felici di accogliere così tanti partecipanti a questo workshop da tutta l'Africa e l'Europa", dice Fulvio Franchi della Botswana International University of Science and Technology. "E ci auguriamo che i risultati del workshop portino a collaborazioni durature e produttive, in modo da poter offrire sostegno allo sviluppo della scienza spaziale e planetaria in Africa per i decenni a venire".
Per l’Università di Bologna hanno partecipato all'iniziativa Barbara Cavalazzi, professoressa al Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali, che ha coordinato il workshop, insieme a Paolo Tortora, Dario Modenini e Marco Zannoni, professori al Dipartimento di Ingnegenria Industriale. L’evento è stato realizzato con il sostegno di Europlanet 2024 RI, che ha ricevuto finanziamenti dal programma Horizon 2020 dell'Unione Europea (Grant No 871149).