E' scomparso il Prof. Gianfranco Morra, titolare della prima Cattedra di Sociologia della conoscenza in Italia, istituita presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Alma Mater. Dal 1990 aveva trasferito la sua cattedra presso la sede distaccata di Forlì dove è stato il primo presidente del Corso di Laurea in Scienze Politiche negli anni aa.aa. 1991-1992/1993-1994. Gli interessi di Morra si sono rivolti alla sociologia della cultura, alla filosofia morale e alla filosofia della religione.
Nato a Bologna il 30 novembre 1930, dopo il periodo liceale, nel quale aveva avuto un maestro come Galvano Della Volpe, si è laureato in Filosofia con Giuseppe Saitta e Felice Battaglia. Vincitore del concorso a cattedra di Filosofia della storia (1970), ha insegnato nelle Università di Lecce e Macerata. Notissimo studioso non solo in Italia, brillante conferenziere, non si contano i suoi interventi in oltre un cinquantennio nel dibattito culturale italiano sui più importanti quotidiani.
Dopo un periodo scettico-irrazionalistico del quale è principale testimonianza la monografia dedicata a uno dei principali filosofi antifascisti (Scetticismo e misticismo nel pensiero di Giuseppe Rensi, 1958), la ricerca di Morra si è rivolta al recupero di una antropologia integrale, aperta ai risultati di tutte le scienze umane e pur autonoma nella sua funzione unificante insostituibile (Il problema morale del neopositivismo 1962, La storia nel pensiero di Giovanni Gentile, Premio Gentile 1958, La riscoperta del sacro. Sudi per una antropologia integrale,1964, Dio senza Dio. Esperienza religiosa, ateismo, secolarizzazione,1974).
Sulla scia di una riscoperta del pensier di Max Scheler, sono seguiti: Sociologia del sapere, 1966. A cui sono seguite: Max Scheler. Una introduzione (1987); La scure del nulla. Nichilismo e società, (1984); Il quarto uomo. Postmodernità o crisi della modernità? 1992).
Nel 1980 ha costituito a Caltagirone la “Cattedra Luigi Sturzo”. Ha fondato (1963) e diretto “Ethica. Rassegna di filosofia morale”, sino al 1974.
La sua fenomenologia di matrice realista si è impegnata nella demistificazione delle ideologie e delle utopie contemporanee. Il recupero delle filosofie della crisi non gli ha impedito di cogliere, all’interno della modernità, una possibilità di sviluppo che non sfoci nel nichilismo ma nella conciliazione di libertà e spirito religioso. Le sue ultime opere: Europa invertebrata. Un’identità incerta per la civiltà di domani, (2006); Il cane di Zarathustra. Tutto Nietzsche per tutti (2013), Atlante della filosofia. Il pensiero occidentale dalla A alla Z. (2017).