Caro Patrick,
ti scrivo questo messaggio che sento di poterti rivolgere a nome della nostra intera comunità. Numerosi sono gli eventi, a Bologna e in tutto il nostro Paese, che in questi giorni vogliono tenere alta l’attenzione sul tuo stato di ingiusta prigionia e privazione di quel bene inalienabile che è la libertà.
L’incessante mobilitazione, come spero tu sappia, non può certo dirsi legata all’odierna contingenza del tuo compleanno: dal 7 febbraio 2020 nessuno di noi ha mai smesso di sperare, neppure per un giorno, nella tua liberazione, e di pensare a te con empatia, senso di vicinanza e trepidante attesa di una svolta positiva. Essere con te anche oggi, e ricordare che giungi al traguardo dei tuoi trent’anni, è cionondimeno importante perché ci consente di pensarti non solo come studente, come risoluto sostenitore della libertà del pensiero critico, ingiustamente detenuto nel mancato rispetto dei diritti umani, ma anche e soprattutto come uomo, accompagnato e sostenuto, sino a un anno e mezzo fa, come tutte e tutti noi, da speranze, progetti, aspettative, sogni.
Il fatto che sia stato sospeso con inaudita violenza e inaccettabile sopraffazione il corso della tua vitale energia e della tua crescita è quanto ci fa più male. Ma è anche quello che ci spinge a continuare, con immutata tenacia, la battaglia per la tua liberazione: la nostra voce continuerà a farsi sentire fino a che non ti sapremo di nuovo accolto nella nostra comunità e in grado di abitare la speranza nel futuro.
Un forte abbraccio da tutte e tutti noi.
Francesco Ubertini