Claudio Borghi, professore ordinario al Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell'Università di Bologna e direttore dell’Unità Operativa di Medicina interna cardiovascolare dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola, è stato insignito del Peter Sleight Excellence Award in Hypertension Clinical Research 2022, prestigioso riconoscimento internazionale assegnato ogni anno dalla World Hypertension League (WHL) agli studiosi che si sono distinti per i loro contributi di ricerca nel campo dell'ipertensione.
L'annuncio del premio è arrivato lo scorso 17 maggio, in occasione del World Hypertension Day, giornata mondiale di sensibilizzazione contro l’ipertensione, che la World Hypertension League promuove per diffondere ed intensificare la pratica della misurazione e del monitoraggio della pressione sanguigna: un'abitudine importante per aumentare l'aspettativa di vita dei pazienti.
Il professor Claudio Borghi è da lungo tempo impegnato nella prevenzione dell’ipertensione sia dal punto di vista assistenziale, che nell’attività di ricerca, e ha concentrato il suo lavoro e la sua azione proprio sui temi dell’ipertensione arteriosa, dello scompenso cardiaco, dell’ipercolesterolemia, del sistema renina-angiotensina e dell’acido urico. Il premio assegnato dalla World Hypertension League è quindi il riconoscimento di un impegno che da sempre vede il professore dell'Alma Mater in prima linea in questi ambiti, con in vista l’obiettivo individuato dalle Nazioni Unite della riduzione del 25% di casi non diagnosticati di ipertensione.
L'edizione 2022 del del World Hypertension Day si è concentrata in particolare sul tema Measure Your Blood Pressure Accurately, Control It, Live Longer: un invito a investire nel monitoraggio della pressione sanguigna soprattutto nelle aree a reddito medio-basso dove la consapevolezza dell'importanza di questo parametro è spesso molto ridotta. Indagini a livello globale riportano infatti che meno del 50% degli adulti ipertesi è consapevole di essere affetto da questa condizione. Una situazione che diventa ancora più grave nei paesi a basso e medio reddito, dove la consapevolezza scende al di sotto del 40% e in alcuni casi arriva addirittura al 10%. Numeri che gli esperti ritengono particolarmente preoccupanti, perché monitorare la pressione sanguigna significa prevenire l’insorgere di malattie cardiache, infarti, problemi renali, demenza ed altre patologie.