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Firmato a Bologna il patto per la sicurezza nelle cure

Tra i firmatari dell'accordo anche il Rettore Giovanni Molari. Istituzioni, ordini professionali e ASL insieme per una gestione appropriata e prudente delle terapie antibiotiche

Sabato 17 settembre, in Cappella Farnese presso Palazzo d’Accursio, è stato firmato un patto per promuovere la Sicurezza delle Cure. Un accordo che ha visto la collaborazione della Presidente della Commissione consiliare Salute e Welfare del Comune di Bologna, dei direttori generali delle Aziende sanitarie di Bologna e Provincia (Sant'Orsola, Rizzoli, Ausl di Bologna e di Imola), del presidente della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria Metropolitana, dell'assessore alle Politiche per la Salute della Regione Emilia Romagna, del Rettore Giovanni Molari, dei presidenti degli Ordini professionali sanitari provinciali.

Per i propri ruoli e ambiti di competenza, ogni istituzione si impegnerà a migliorare e rinforzare gli elementi di conoscenza legati ad una prescrizione inappropriata degli antibiotici, auspicando la massima collaborazione da parte della popolazione, che sensibilizzata ed informata sarà maggiormente disponibile ad attenersi alle raccomandazioni ricevute dai professionisti stessi.

Per la prima volta in Italia, a Bologna è nata, quindi, la struttura complessa dedicata alla “Stewardship Antimicrobica”, istituita nell’ambito del Dipartimento Interaziendale di Gestione Integrata del Rischio Infettivo, d’intesa con le Aziende sanitarie dell’Area Metropolitana (AUSL Bologna/IRCCS delle Scienze Neurologiche, AUSL Imola, IRCCS AOU S.Orsola- Malpighi e IRCCS Istituto Ortopedico Rizzoli) e l’Università di Bologna. Guidata da Fabio Tumietto, infettivologo dell’Azienda USL di Bologna, ha lo scopo di promuovere l'uso appropriato degli antibiotici - a partire dalla scelta del farmaco, del dosaggio, della via e della durata della somministrazione - nonché di controllare e mettere in campo azioni coordinate e condivise sia in ospedale che sul territorio, per ridurre al minimo le infezioni correlate all’assistenza.

Solamente in Italia, ogni anno sono 11 mila i morti da infezioni resistenti agli antibiotici, senza dimenticare che il 70% degli antimicrobici è impiegato in ambito non umano, ma animale e zootecnico. Su questo fronte, peraltro, la struttura interaziendale ha già avviato collaborazioni con il Dipartimento di Medicina veterinaria dell'Alma Mater per promuovere la corretta formazione dei futuri veterinari, con l’intenzione di pianificare ulteriori azioni a supporto dell’attività delle strutture di sorveglianza e monitoraggio degli allevamenti di animali, dove l’eccessivo ricorso agli antibiotici contribuisce in buona parte all’incremento della resistenza agli antimicrobici.