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Nuovo rinvio per il processo a Patrick Zaki: le dichiarazioni del Rettore e del Delegato per gli studenti

Il Rettore Giovanni Molari: “Ancora una volta non possiamo che attendere, vigilare, impegnarci attivamente, augurando a Patrick tutta la tenacia e la lucidità che gli serviranno per reggere a questo ennesimo rinvio. Patrick sa che siamo con lui, che tutta l’Alma Mater lo sostiene e lo attende, con un affetto più forte che mai”


Il tribunale egiziano di Mansura ha rinviato, ancora una volta, il processo a carico di Patrick Zaki. Nonostante la scarcerazione dello studente dell’Università di Bologna, avvenuta lo scorso 8 dicembre, la sua vicenda giudiziaria dunque prosegue. Come sempre da ormai due anni, l’Alma Mater continuerà ad impegnarsi per tenere alta l’attenzione su questo caso, fino a quando Patrick non sarà libero di poter tornare a frequentare le aule e gli spazi della sua università.

“In queste settimane non abbiamo mai smesso di monitorare la situazione giorno per giorno. Sapevamo che il rinvio era possibile, addirittura probabile”, dichiara il Rettore Giovanni Molari. “Ancora una volta non possiamo che attendere, vigilare, impegnarci attivamente, augurando a Patrick tutta la tenacia e la lucidità che gli serviranno per reggere a questo ennesimo rinvio. Patrick sa che siamo con lui, che tutta l’Alma Mater lo sostiene e lo attende, con un affetto più forte che mai”.

“La vita di Patrick è di nuovo sospesa, e la nostra con la sua. Ci tocca trattenere il fiato che oggi era pronto a esplodere in un grido di gioia”, aggiunge il Delegato per le studentesse e gli studenti Federico Condello. “Almeno ci conforta pensare che la libertà per ora non gli è tolta, che i suoi cari sono intorno a lui e che l’attenzione internazionale resta altissima. E alta dovrà restare per questi mesi, durante i quali non smetteremo mai di far giungere a Patrick il sostegno di tutto l’Ateneo, dove lo attendono 90.000 compagni di studio che lo rivogliono fra loro”.

Patrick Zaki fu arrestato all’aeroporto del Cairo il 7 febbraio 2020, mentre stava tornando a casa per un breve periodo di pausa prima di iniziare il suo secondo semestre di studi all’Università di Bologna, dove si era iscritto al Master europeo GEMMA in Studi di genere e delle donne. Da allora, rinvio dopo rinvio, ha passato in carcere 22 mesi. Fino allo scorso 8 dicembre, quando è stata decisa la sua scarcerazione, ma non la conclusione del suo processo, rimandato alla nuova udienza prevista per oggi. Patrick era arrivato in Italia nel settembre 2019 con una prestigiosa borsa di studio Erasmus Mundus, ottenuta dopo un rigoroso processo di selezione che ha visto quasi seicento domande da parte di studentesse e studenti di tutto il mondo, con 29 borse assegnate in tutta Europa di cui 3 a Bologna.