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Dottorato di ricerca all’Università di Bologna: le nuove opportunità per il prossimo anno accademico

Grazie anche ai finanziamenti del PNRR, continuano a crescere le opportunità per chi vuole avviare attività di ricerca e percorsi di elevata professionalità nel settore pubblico e privato. Il primo bando, per circa 600 borse di dottorato, è già aperto, mentre le altre posizioni saranno bandite a partire da metà luglio


Per il prossimo anno accademico, l’Università di Bologna mette a disposizione una ricca offerta di borse di dottorato di ricerca: si prevede che i posti a disposizione possano avvicinarsi a quota 1000. Un numero che, grazie anche ai finanziamenti del PNRR, conferma il forte trend di crescita degli ultimi anni.

Le opportunità per studentesse e studenti partono già ora, con un primo bando che resterà aperto fino al 20 giugno e mette a disposizione circa 600 borse di dottorato. Altre posizioni saranno aggiunte nelle prossime settimane, e a metà luglio arriverà un secondo bando, che resterà aperto fino a metà agosto. Complessivamente sono previste da 800 a 1000 posizioni coperte da borsa di studio.

Le borse di dottorato del primo bando saranno finanziate direttamente dall’Alma Mater, da enti di ricerca, da aziende, e dagli investimenti del PNRR per il potenziamento del dottorato, mentre le posizioni aperte a luglio saranno in prevalenza legate ai finanziamenti del PNRR per progetti d’innovazione con la collaborazione e il cofinanziamento delle imprese.

Il dottorato di ricerca all'Università di Bologna - che prevede in molti casi anche un periodo di studio all'estero - è un'occasione per dare vita ad attività di ricerca originali, innovative, indipendenti e di alta qualificazione, e per avviare percorsi di elevata professionalità non solo nelle università, ma anche in altri enti pubblici o nelle aziende.

I posti messi a disposizione dall’Alma Mater per l’anno accademico 2023/2024 (39° ciclo) si distribuiscono all’interno di 51 corsi di dottorato di ricerca, che coprono tutte le discipline. Possono candidarsi laureate e laureati (con laurea magistrale o laurea a ciclo unico) di università italiane o estere e anche studentesse e studenti che conseguiranno il titolo di studio entro il 31 ottobre 2023.

La spinta ad aumentare i posti a disposizione per il dottorato di ricerca risponde alla necessità di invertire la tendenza nazionale degli ultimi anni. L'Italia è infatti uno dei paesi dell'Unione Europea con il più basso numero di dottori di ricerca. Ogni anno solo 1 persona su 1.000 nella fascia di età tra 25 e 34 anni completa un programma di dottorato, contro una media UE di 1,5 persone su 1.000 (in Germania sono 2,1 su 1.000).

Per questo il PNRR, attraverso il Ministero dell’Università e della Ricerca, ha messo a disposizione, nell’arco di 3 anni, 700 milioni di euro a livello nazionale. Di questi, 250 milioni vanno a finanziare 4.100 borse di dottorato su tematiche di ricerca connesse agli obiettivi del PNRR, in particolar modo l’innovazione della pubblica amministrazione e la valorizzazione del patrimonio culturale. Gli altri 450 milioni, invece, sono destinati a 15.000 borse di dottorato per attività di ricerca in collaborazione con le imprese.

Rispetto a queste ultime, lo scorso anno l’Alma Mater è stata il primo Ateneo italiano per numero di accordi con le imprese e per entità dei finanziamenti ricevuti (6 milioni di euro dal Ministero e 7 milioni di euro dalle imprese), giungendo quasi a triplicare la media nazionale.

Si tratta di programmi di dottorato innovativi, pensati in modo specifico per rispondere ai bisogni di innovazione delle imprese, che per questo sono direttamente coinvolte nella definizione delle tematiche di ricerca. Le dottorande e i dottorandi sviluppano parte del loro progetto di ricerca all’interno delle imprese stesse, e questo permette loro di acquisire competenze e professionalità specifiche, che costituiscono un arricchimento prezioso nell’ottica del futuro ingresso nel modo del lavoro.

Nel complesso, i dottorati innovativi del PNRR sono pensati per la promozione e il rafforzamento dell’alta formazione e della specializzazione post-laurea. L’obiettivo è moltiplicare il numero di dottori di ricerca in Italia, collegando più strettamente questo percorso di formazione con il sistema delle imprese, la pubblica amministrazione e il mondo del lavoro in generale.