Il Comitato internazionale dell'Unesco ha inserito nella lista dei beni naturali del Patrimonio Mondiale dell’Umanità il Carsismo e grotte nelle evaporiti dell’Appennino settentrionale.
Le grotte e i fenomeni carsici che si trovano nelle rocce evaporitiche (gesso e sale) sono quindi ufficialmente riconosciute come valore universale per le loro caratteristiche di unicità e rappresentatività a livello mondiale. Si tratta di un sito seriale composto da sette aree nelle province di Reggio Emilia, Bologna, Rimini e Ravenna: Alta Valle Secchia (Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano), Bassa Collina Reggiana (Paesaggio Protetto della Collina Reggiana), Gessi di Zola Predosa (sito Natura 2000), Gessi Bolognesi (Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa), Vena del Gesso Romagnola (Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola), Evaporiti di San Leo (sito Natura 2000), Gessi della Romagna Orientale (Riserva Naturale Regionale di Onferno).
Questo importante risultato è stato reso possibile anche grazie al coinvolgimento dell'Università di Bologna, insieme alla Regione Emilia-Romagna, a 19 Comuni, 4 Enti di gestione dei Parchi, all'Università di Modena e Reggio Emilia, alla Soprintendenza, alla Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento e la collaborazione del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
Per l'Alma Mater, in particolare sono stati coinvolti diversi studiosi del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche ed Ambientali e del Dipartimento di Scienze dell'Educazione "Giovanni Maria Bertin".
Questo nuovo sito Patrimonio Mondiale dell'Umanità è l’unico in Italia a forte impronta carsica e speleologica ed è anche il primo sito carsico nelle evaporiti (gessi) a livello mondiale: esistono infatti diversi siti carsici nelle rocce carbonatiche, ma nessuno in rocce evaporitiche come i gessi.