Si parte dai giocattoli e si arriva fino ai film in polietilene per la pacciamatura, utilizzati in agricoltura per impedire la crescita di piante ed erbacce infestanti. È un campo molto vasto quello nel quale possono trovare applicazione le plastiche biodegradabili. Per indagarne il potenziale, nell'ambito del progetto europeo BIO-PLASTICS EUROPE, il Dipartimento di Scienze Aziendali dell'Università di Bologna ha realizzato due focus group coinvolgendo i principali attori industriali ed esperti del settore di organizzazioni pubbliche e private.
L'obiettivo è aumentare la sostenibilità dell'industria manifatturiera: l'utilizzo delle plastiche biodegradabili può essere infatti una soluzione importante per ridurre la contaminazione del mare e del suolo da macro e microplastiche.
Nel corso dei due focus group - realizzati da Eleonora Foschi e Genc Alimehmeti, insieme a Selena Aureli e Angelo Paletta - si è parlato di bioplastiche attraverso molti punti di vista diversi, dall'approvvigionamento di materiali alternativi alle tendenze del mercato, dall'atteggiamento e percezione dei consumatori ai modelli commerciali innovativi, fino agli interventi politici sul tema.
I commenti, i suggerimenti e le conclusioni emerse dalla discussione sono stati riassunti in due documenti disponibili online (qui e qui). Inoltre, è stato condiviso con la Commissione Europea un elenco di priorità per la formulazione di ulteriori misure politiche nel settore. E i risultati sono stati offerti anche come contributo alla consultazione della FAO "Verso lo sviluppo di un codice di condotta volontario sull'uso sostenibile delle materie plastiche in agricoltura".
Il progetto europeo BIO-PLASTICS EUROPE, di cui è l'Università di Bologna è partner, è pensato per dare vita a strategie e soluzioni sostenibili legate alle plastiche bio-based e per supportare la European Strategy for Plastics in a Circular Economy.