Luigi Ganapini, venuto a mancare il giorno di Natale, è stato professore ordinario di Storia contemporanea all'Università di Bologna, dopo aver insegnato a Trieste.
Si era laureato all’Università di Milano con una tesi sul nazionalismo cattolico fra l’Unità e la Grande Guerra, divenuto poi il suo primo libro, pubblicato da Laterza nel 1970. Si era poi occupato del periodo fascista, in particolare della seconda guerra mondiale, contribuendo all’analisi della Repubblica di Salò con un volume fondamentale: "La Repubblica delle camicie nere. I combattenti, i politici, gli amministratori, i socializzatori", uscito da Garzanti nel 1999.
Vari saggi fortunati aveva dedicato agli internati durante la guerra, alla città di Milano nel conflitto, ad un affresco della storia italiana. Aveva presieduto l’Istituto storico della Resistenza di Sesto S. Giovanni e, prima, era stato ricercatore dell’Istituto per la storia del movimento di Liberazione in Italia.
Ricercatore accurato, storico fine ed equilibrato, studioso colto e persona mite, affabile, accogliente, Ganapini lascia un vuoto nel mondo della Storia contemporanea italiana. L’Università di Bologna ne ricorda l’umanità, l’ironia, lo stile impeccabile insieme alla solidità del magistero e alla prestigiosa eredità culturale.