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Lutto in Ateneo. È scomparso Giorgio Dragoni

A lungo docente presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia “Augusto Righi” dell'Alma Mater, ha condotto studi meticolosi che hanno riguardato la fisica a livello nazionale e internazionale. A lui si devono importanti studi su Righi, il fisico più significativo che l’Italia abbia avuto tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento per i suoi studi sulle “onde corte”

È scomparso, il 3 settembre, il prof. Giorgio Dragoni, storico docente dell’Alma Mater, presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia “Augusto Righi”. Nel corso della sua lunga carriera accademica, il prof. Dragoni ha condotto studi meticolosi che hanno riguardato la fisica a livello nazionale e internazionale, insieme a una accurata attività di conservazione e studio della strumentazione scientifica e del patrimonio scientifico e tecnologico.


Da giovane studioso che si affacciava al mondo accademico degli anni Settanta, Dragoni conduceva studi su argomenti chiave della fisica del Novecento – come la scoperta della fissione e la riscoperta del ruolo della scienziata tedesca Ida Noddack – insieme a rivisitazioni di “classici della storia” come l’esperimento di Eratostene, reinterpretato alla luce di alcune fonti medioevali ed esposto nel testo “Eratostene e l’Apogeo della Scienza Greca”, edito da Clueb nel 1979.

Progredendo verso gli anni della maturità, Dragoni concentrava i suoi interessi sui Direttori storici dell’Istituto di Fisica di Bologna, figure di riferimento della fisica italiana, ovvero Augusto Righi e Quirino Majorana. Parte di questi studi, dettagliati in decine di articoli pubblicati nel corso degli anni e in centinaia di conferenze, si trovano ordinati in due testi.

Nel 2008, in una pubblicazione a cura del Consiglio Nazionale delle Ricerche e della Società Italiana di Fisica, Dragoni pubblicava il carteggio tra Quirino ed Ettore Majorana utilizzando le risorse dell’archivio del Dipartimento di Fisica e Astronomia, dando un saggio metodologico sull’uso e l’interpretazione delle fonti storiche, fornendo al contempo spunti per la ricostruzione del rapporto scientifico tra i due importanti fisici.

Nel 2023, completando la serie delle sue pubblicazioni, Dragoni dava alle stampe il volume “Augusto Righi (1850-1920): Un Fisico nel mondo della Ricerca”, testo nel quale guida i suoi lettori attraverso il risultato degli studi condotti nel corso di un’intera carriera e dedicati alla sua figura più cara.

Dall’analisi storica condotta da Dragoni, Righi emerge come il fisico più significativo che l’Italia abbia avuto tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento per i suoi studi sulle “onde corte”, insieme a visione a tutto tondo dello scienziato. Nel volume infatti, si legge di un giovane Righi impegnato, nel 1878, a mostrare al Re d’Italia la sua personale variante del telefono, che permetteva di trasmettere concerti di musica, superando la logica della comunicazione a due voci, permessa dall’usuale telefono. Poco più avanti, il volume illustra il contributo essenziale di Righi allo studio sperimentale dell’effetto fotoelettrico maturato negli anni padovani, effetto che tanto parte ebbe nell’elaborazione del concetto di “quanto di luce” avanzata da Albert Einstein nel 1905. E ancora, nell’ultima pubblicazione di Giorgio si legge del Righi nominato Senatore del Regno d’Italia, del complesso rapporto con il giovane Guglielmo Marconi, fino alla fondazione dell’Istituto di Fisica dell’Università di Bologna nel 1907.

Nell’ambito della storia della strumentazione scientifica, nel 1991 Giorgio Dragoni organizzò a Bologna il XII Simposio della Scientific Instrument Commission che fece apprezzare agli studiosi italiani ed esteri il valore delle collezioni di strumenti di fisica dell’Ateneo bolognese e che Dragoni, sia dai suoi primi anni di attività aveva posto in sicurezza e portato all’attenzione della go-vernance universitaria. Tale patrimonio include strumenti del settecentesco Gabinetto di Fisica dell’Università poi ampliato nel successivo Regio Museo di Fisica di Bologna, apparati di labora-torio costruito da Augusto Righi e di Quirino Majorana e da una serie di collezioni novecentesche relative alla geofisica, all’astrofisica e alla fisica delle particelle.

Oggi, il patrimonio storico-scientifico preservato dal prof. Dragoni è stato oggetto di due recenti allestimenti permanenti i quali, aperti al pubblico e agli studiosi si trovano presso lo storico edificio dell’Istituto di Fisica in Via Irnerio 46 – oggi Dipartimento di Fisica e Astronomia “Augusto Righi” – e presso il Museo di Palazzo Poggi dell’Università di Bologna come collezione particolarmente significativa del Siste-ma Museale di Ateneo.

Gli anni della ricerca e dei progetti furono arricchiti da una intensa attività didattica e da una preziosa amicizia e collaborazione con il fisico teorico ed epistemologo Silvio Bergia con il quale Dragoni teneva corsi sulla storia, epistemologia e fondamenti della fisica, tutt’oggi corsi fonda-mentali del Curriculum di Didattica e Storia della Laurea Magistrale in Physics presso l’Università di Bologna. Simbolo della profonda intesa tra Dragoni e Bergia fu l’impresa titanica che portò alla pubblicazione del ricco e dettagliato “Dizionario biografico degli scienziati e dei tecnici” edito da Zanichelli nel 1999, a cura di Dragoni, Bergia e Gottardi.

Studenti e colleghi del Dipartimento, informati della sua scomparsa, ci hanno tenuto a sottolineare quanto Giorgio, oltre ad eminente studioso, fosse un carissimo collega e un docente attento e premuroso, in special modo nei confronti dei più giovani. Amante del proprio lavoro, non smise mai di essere attivo nella ricerca e nella divulgazione, incontrando sempre, con piacere, studenti e studentesse e trasmettendo loro la sua passione per lo studio della Fisica.

Il funerale si terrà sabato 7 settembre, alle 11, nella Chiesa di San Benedetto in Via Indipendenza, 64 - Bologna.