L’Istituto per la ricerca e la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche ha contribuito allo sviluppo di un modello virtuale del ciclo dell’acqua sulla Terra: servirà a ottimizzare la gestione delle risorse idriche e la mitigazione dei disastri naturali legati all’acqua. La piattaforma, realizzata nell’ambito del progetto “Digital Twin Earth Hydrology” finanziato dall'Agenzia spaziale europea, è descritta su Frontiers in Science.
Coordinato dall’Istituto per la ricerca e la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche di Perugia (Cnr-Irpi), lo studio internazionale descrive lo sviluppo di un innovativo modello virtuale che per la prima volta replica il ciclo dell’acqua sulla terra integrando osservazioni satellitari ad alta risoluzione.
Il modello è stato realizzato nell’ambito del progetto “Digital Twin Earth Hydrology” a cui ha contribuito una compagine di 11 partner scientifici da tutta Europa tra cui, per l’Italia, anche l'Università di Bologna, oltre a quella di Perugia e Genova.
La piattaforma è per ora relativa a un caso di studio specifico: il ciclo dell'acqua terrestre nel bacino del Mediterraneo. Per realizzarla, sono state utilizzate enormi quantità di dati satellitari, combinando informazioni di osservazione della Terra che spaziano dall'umidità del suolo, alle precipitazioni, dall'evaporazione alla portata dei fiumi alla profondità della neve.
Un “gemello digitale” è un modello virtuale di un oggetto fisico che può essere testato fino alla distruzione senza provocare danni reali: un “digital twin” della Terra, costantemente aggiornato con nuovi dati, permetterebbe, pertanto, di simulare gli scenari migliori e peggiori, valutare i rischi e seguire lo sviluppo di condizioni pericolose prima che si verifichino.