In occasione della Giornata mondiale del rifugiato 2012, la Facoltà di Scienze Politiche "R. Ruffilli" di Forlì ha organizzato il percorso "Forlì, città di rifugio?". All'iniziativa - realizzata insieme all'Assessorato al welfare e cooperazione allo sviluppo del Comune di Forlì, il Museo interreligioso di Bertinoro, la Caritas di Forlì-Bertinoro, la Comunità di S. Egidio e la cooperativa Dialogos - hanno aderito l’UDU (Unione degli Studenti Universitari), l’associazione culturale "Il pane e le rose", l’AGIR (Associazione Giovani Islamici di Romagna), il centro Welcome e START Romagna.
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ha proposto come tema di quest’anno la riflessione sulle difficili scelte che un rifugiato è spesso costretto a compiere nel corso della propria vita alla ricerca di protezione. Nel percorso "Forlì, città di rifugio?" il tema è stato affrontato anzitutto con il seminario "La condizione del rifugiato oggi: figure giuridiche e dati sociali", tenuto da Cristina Contartese (tutor di Diritto Internazionale nella Facoltà) e da Alessandro Fiorini (Terre d’asilo, Regione Emilia-Romagna), che hanno chiarito come l’Unione Europea abbia innovato nel campo della protezione internazionale prevedendo la protezione sussidiaria e la protezione temporanea accanto al vero e proprio diritto d’asilo. Certo, molto resta da fare, in Italia e in Europa, per arrivare davvero a non respingere e a non abbandonare chi cerca protezione, ma occorre anche riconoscere che qualcosa è stato fatto, e dunque cercare di rafforzare l’attuazione del principio di solidarietà, che finora esiste solo in forma debole, ed anche se possibile - così si è concluso il seminario dopo il dibattito - pensare a delle procedure di ingresso protetto che estendano l’attenzione a chi corre rischi anche prima che questi raggiunga le frontiere europee.
Il percorso è proseguito poi con studenti, profughi e rifugiati insieme per una visita guidata alla città di Bertinoro e al locale Museo interreligioso. Con oltre sessanta persone, di tutte le confessioni religiose e provenienti – oltre che da Italia e Romania - da Afghanistan, Iran, Pakistan, Egitto, Somalia, Nigeria, Mali, Costa d’Avorio, Togo, Ghana e Burkina Faso, ci si è ritrovati insieme a parlare, a visitare Bertinoro e infine, sotto la guida di Enrico Bertoni, direttore del Museo Interreligioso e della docente Unibo Maura de Bernart, a visitare le sale del museo dedicate all’Ebraismo, al Cristianesimo e all’Islam.
Ne è nato un bel confronto a piccoli gruppi, di tipo interreligioso e soprattutto umano, arricchito delle testimonianze di chi è sfuggito in tempi recenti alle guerre e alle persecuzioni. A., donna somala, ha raccontato: "E' vero, c’è bisogno di leggi giuste, c’è bisogno di mezzi, ma io non sarei riuscita a sopravvivere. Nessun rifugiato - e forse nessuno in genere - può sopravvivere, se non incontrando abbastanza umanità".
Il percorso forlivese prosegue mercoledi 20 giugno, alle 20,45, presso la casa Buon Pastore (via dei Mille, 28 - Forlì), con la proiezione del film-documentario "Mare chiuso", introdotto dal giornalista Paolo Lambruschi e seguito dalle testimonianze di alcuni profughi eritrei. La conclusione, poi, domenica 24, stessa sede, alle 18, con una Festa della Solidarietà, che studenti e rifugiati stanno preparando per tutti gli altri immigrati e per i cittadini.