Nome
Daniela
Cognome
Lotta
Età
38
Laureata in
DAMS
Dottoranda in
Arti Visive, Performative e Mediali
Di cosa ti occupi?
Mi occupo di studiare i fenomeni espressivi della creatività contemporanea in una prospettiva di scambio tra l’uomo e il suo ambiente. In particolare, collaborando con il Campus di Rimini, sono interessata ad utilizzare gli strumenti metodologici della critica d’arte per leggere l’evoluzione stilistica delle tendenze della moda e del design.
Racconta la tua giornata tipo da ricercatore.
La mia giornata da ricercatore si svolge principalmente al computer e in biblioteca: scrivo e consulto fonti di vario tipo, dai saggi ai cataloghi di mostre, dalle riviste ai materiali audiovisivi. Una parte fondamentale delle mie giornate è costituita dalla visita a mostre d’arte e di design, in gallerie private e istituzioni pubbliche, dove posso fare diretta esperienza delle opere al centro del mio progetto di ricerca.
Quando hai deciso di fare ricerca?
Ho iniziato a fare ricerca "militante" durante gli anni di studio, organizzando mostre d’arte contemporanea e scrivendo su riviste specializzate. Dopo la laurea ho continuato questa attività affiancandola all’insegnamento universitario; la scelta di iscrivermi al dottorato è stata la diretta conseguenza della necessità di sviluppare e mettere a sistema i miei studi.
Cosa ti appassiona di quello che studi?
Mi appassiona capire il perché delle cose e rintracciare le tensioni che stanno alla base della ricerca del nuovo.
Cosa pensi prima di andare a dormire la sera?
In genere penso alla giornata successiva, controllo gli appuntamenti e programmo l’agenda.
E quando ti svegli al mattino?
Vivendo a Faenza e spostandomi spesso tra la sede universitaria di Bologna e quella di Rimini, normalmente la mattina verifico su internet gli orari dei treni.
Descrivi in due frasi la tua ricerca.
La mia ricerca intende applicare la griglia interpretativa della critica d’arte alla cultura del progetto industriale (e non solo industriale), nel contesto italiano a partire dagli anni Sessanta fino a oggi. Quello che mi propongo di ottenere è l’emersione di schemi di variazione comuni all’arte e al design: registrare un sentire condiviso dagli operatori attivi nelle due discipline capace di mettere in luce lo spirito del proprio tempo.
E in sei parole?
Interpretare le dinamiche dei processi creativi.
Che risultati sogni di raggiungere con la tua ricerca?
Mi piacerebbe che la mia ricerca fosse utile ad estende gli studi sul contemporaneo.
Cosa ti piace di più del fare ricerca?
Comprendere le necessità espressive della società contemporanea.
Una cosa che hai imparato facendo ricerca.
Ho imparato a privilegiare una lettura globale dei fenomeni estetici, visti quindi non solo in rapporto alle proprie dinamiche interne ma anche in relazione ad altri fatti della cultura materiale.
Perché la ricerca è importante?
Perché sposta le certezze e allarga l’orizzonte del pensiero.
Sei un ricercatore "da adottare". Cosa vorresti dire ai tuoi sostenitori?
Comprendere ed interpretare la cultura del progetto, e in generale tutto quello che comunemente viene posto sotto l’etichetta Made in Italy, vuol dire investire in un settore strategico dell’economia del nostro Paese.