Unibo Magazine

Quattrocento anni fa Vincenzo Casciarolo, un ciabattino con il pallino dell'alchimia, raccolse sui colli di Bologna una pietra che faceva luce; aveva cioè il potere di imprigionare e liberare i raggi del sole. Quella data, il 1603, segna la prima volta in cui venne osservata l'emissione dei raggi luminosi. Per celebrare il quarto centenario di quella scoperta il Dipartimento di Chimica "G.Ciamician" dell'Università di Bologna organizza una giornata di studi dal titolo: "Luminescenza: dalla scoperta della Pietra di Bologna alle più recenti applicazioni"

L'appuntamento è per il 25 marzo nell'Aula Magna di via Selmi 2.

Sarà l'occasione questa per ripercorrere le tappe di una storia affascinante, ma anche per spiegare come oggi la luminescenza trovi vasto impiego nei più avanzati settori della ricerca scientifica. Basta ricordare, infatti, che l'accoppiamento di componenti ottici ed elettronici miniaturizzati ha portato alla produzione di microchip in grado di integrare un gran numero di funzioni e che la luce è inoltre il segnale più efficace per comunicare con le singole molecole e permettere di interrogarle e modificarle fino a farle operare come veri e propri minuscoli dispositivi.
In giornata è prevista anche una visita alla sezione monografica dedicata alla Pietra di Bologna allestita al Museo di Mineralogia dell'Università di Bologna.