Unibo Magazine

E' stato presentato la settimana scorsa, ma parte ufficialmente domani per proseguire fino al 5 dicembre la settima edizione del festival La violenza illustrata, programma di proiezioni, dibattiti, mostre ed eventi promosso dalla Casa delle donne per non subire violenza. Il festival, che ruota attorno alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, fissata per il 25 novembre, vede la collaborazione, tra gli altri, del Centro studi sul genere e l'educazione (CSGE) dell'Università di Bologna.

Il nome del festival viene da una citazione di un testo del poeta Nanni Balestrini, in cui si dimostrava, attraverso un cut-up dei titoli di giornale, l’invariante di violenza presente nei media. Di questa violenza gli spettatori  e i lettori si fanno purtroppo partecipi dell’orrore di notizie e immagini cruente date in pasto ai loro occhi o vittime inconsapevoli incapaci di decifrare i messaggi della comunicazione di massa. Per questo motivo il festival si propone di presentare immagini, video, e altri mezzi artistici che parlino del fenomeno senza mostrarlo in maniera cruenta, perché la violenza genera emulazione.

C’è un modo corretto per parlare della discriminazione e dell’abuso, della violenza e del sessismo senza mostrare corpi scomposti, sangue o immagini che ledono, ancora una volta, il corpo delle donne. Il fenomeno della violenza sulle donne è un problema trasversale, le vittime sono donne di ogni età, provenienza, categorie socioeconomiche e culturali, per questo motivo il pubblico a cui il festival si rivolge vuole essere il più vario e molteplice possibile.

"Economia domestica" è il tema al centro dell'edizione di quest'anno. "Dietro le rassicuranti immagini degli ambienti domestici, delle foto di famiglia, degli abiti sgargianti e provocanti, dei corpi perfetti - spiega la curatrice Angela Romanin -, si cela l’arbitrio del dominio e del controllo del genere maschile su quello femminile, di un potere esercitato per vietare e obbligare, umiliare, punire e ridurre al silenzio. Tanto in casa (tre milioni le donne colpite dalla violenza "domestica"), come fuori (l’Italia è al 72° posto nel mondo per il gender gap). A questo panorama sconfortante le donne cercano costantemente in tutti i paesi di sottrarsi con ogni mezzo, volontà, creatività e idee, per portare la loro voce nel mondo, per praticare la libertà che spetta a tutti gli esseri umani, al di fuori della violenza e della manipolazione che le vuole causa della loro stessa sopraffazione, colpevoli se l’accettano e colpevoli se si ribellano".