Come sei arrivato all’Università di Bologna? Hai scelto tu questa opportunità?
"Sono arrivato per caso a Bologna. Il giorno che mi hanno contattato dall’università, questa estate, ero a Buenos Aires per finire la mia ricerca sul rapporto tra la letteratura spagnola e latino-americana nell’ambito della memoria storica. Pensavo tornare in Spagna dopo tre mesi, ma mi è sempre piaciuto tantissimo conoscere nuovi luoghi, e venire a Bologna mi è sembrata subito una possibilità interessante.
Negli ultimi 4 anni ho lavorato come ricercatore e docente all’Università di Valencia (Spagna) e ho avuto modo di conoscere diversi ispanisti italiani che insegnano a Venezia, Bologna, Napoli e altre città. Da anni sono attive collaborazioni tra Bologna e Valencia"
Che attività svolgi per la promozione della lingua e la cultura del tuo paese agli studenti dell'UniBo, oltre alla didattica ?
"Sono appena arrivato a Bologna, ma mi sono già accorto che la cultura spagnola è molto presente in città. La Cineteca ha appena concluso un ciclo sul cinema spagnolo, proponendo pellicole di registi veramente importanti e film attuali, per esempio. Poi ci sono il Collegio di Spagna, l’associazione Hispania che organizza delle visite guidate per la "Bologna spagnola". Al Dipartimento di Lingue ci sono corsi di spagnolo con circa settanta alunni.
L’interesse per la cultura spagnola, insomma, è già molto alto. Uno dei miei obiettivi sarà quindi quello di sviluppare delle attività per intensificare i "contatti" con la letteratura, la fotografia, la pittura, il cinema e tutto ciò che può offrire un paese ricco e complesso come la Spagna".
Come ti possono contattare gli studenti per informarsi sulle opportunità di mobilità di studi verso la Spagna?
"Mi possono contattare al Dipartimento di lingue e letteratura straniere moderne, oppure al Dipartimento di Relazioni Internazionali. Oppure possono scrivermi: jose.martinez@unibo.it. Ci sono tanti modi".
Perché secondo te è importante fare uno scambio all’estero?
"Mi sembra, non solo importante, ma fondamentale. In primo luogo per imparare un’altra lingua. Lo spagnolo, per esempio, è la seconda lingua più parlata al mondo. Pensiamo alla Spagna ma, soprattutto, all’America Latina, un continente economicamente fortissimo e un motore culturale, oppure agli Stati Uniti dove si sente parlare lo spagnolo costantemente.
In secondo luogo per conoscere altri modi di lavorare, di studiare e per crescere professionalmente.
E infine, per ragioni personali. Fare uno scambio all’estero aiuta a migliorarsi, a essere più aperti, più rispettosi delle tradizioni altri. Ne sono convinto. Il mondo è grande, diverso e complesso, perché rimanere a casa e rinunciare a fare parte di questa diversità?"
E per i docenti: puoi essere un contatto utile?
"Assolutamente sì. Possiamo mettere in contatto dei gruppi di ricerca che appartengono a diversi paesi e istituzioni. Investire in conoscenza è una garanzia democratica per i nostri paesi. L’università europea deve scommettere sull’innovazione e sul trasferimento di conoscenze. Ma noi dobbiamo essere i primi a credere nel progetto europeo e cominciare a costruirlo".