30 Settembre 2004
Politica & pratica dello spettacolo
Autore:
Lamberto Trezzini e Paola Bignami
Editore:
Bononia University Press
Prezzo:
22 euro
Un viaggio nel mondo dello spettacolo alla ricerca della ricetta giusta per coniugare i vincoli economici alla libertà dell'arte. Tra cultura, leggi e regole di mercato.
Come funziona il sistema dello spettacolo in Italia? Come si può vincere la concorrenza? Come si riesce a vivere organizzando eventi culturali? A queste domande tenta di rispondere "Politica & pratica dello spettacolo", il testo che Lamberto Trezzini e Paola Bignami, entrambi docenti del Dams di Bologna, hanno redatto per offrire a studenti, operatori teatrali e semplici curiosi del sipario uno sguardo d'insieme sulla gestione e sul funzionamento del prodotto spettacolo.
Il libro, completato nel finale da un lungo elenco di risorse cartacee e digitali per l'approfondimento, si apre con un excursus storico sul teatro dalle origini a oggi, che anticipa, nei capitoli successivi, una serie di riflessioni sulla progettazione e la gestione degli spettacoli nel mondo contemporaneo. Riflessioni teoriche, certo, ma che non si allontanano mai dalla realtà che un impresario si trova ad affrontare: ecco allora succedersi considerazioni sugli aspetti legislativi, sulle strutture architettoniche, sui generi rappresentati e sul modo di presentare un calendario.
Un approccio consono alla volontà dei due autori che, fedeli ai dettami dell'economia della cultura, credono che il fare spettacolo e il fare economia siano due attività perfettamente compatibili. "Oggi, come sappiamo - spiega infatti il prof. Trezzini nell'introduzione - appare ormai diffusa e consolidata la consapevolezza di porre i problemi dello sviluppo culturale in termini economici e statistici, dando corso ai metodi delle scienze socio-statistico-economiche, senza per questo dover sposare posizioni esasperatamente economicistiche". L'intento insomma è quello di aiutare a portare avanti un'attività artistica, densa di ricadute sociali e pedagogiche, senza però dimenticare i vincoli di bilancio propri di ogni agire contemporaneo.