Autore: Marinella Pigozzi
Editore: TIP.LE.CO.
Il catalogo della mostra "Il corpo in scena" è un corposo volume curato da Marinella Pigozzi e con interventi di Giliola Gamberini, Elisabetta Cunsolo, Rita Corli e Anna Còccioli Mastroviti.
In esso si parla dei trattati di anatomia conservati presso la Biblioteca Comunale Passerini-Landi, visibili al pubblico in un percorso ragionato fino al 23 Febbraio 2006. Il visitatore della mostra, così come i lettori di questo catalogo, si trovano di fronte ai disegni-studio che sono stati realizzati da famosi medici dei secoli XVI e XVII e che hanno una doppia valenza scientifica ed artistica.
La contaminazione arte e scienza è infatti una delle più antiche e interessanti. Nonostante il tema sia stato "solitamente schivato per la sua crudezza e scientificità", scrive Stefano Pronti nell’introduzione, esso ha appassionato geni universali come Leonardo e uomini di scienza come Vesalio. Quest’ultimo fu tra l’altro il primo che affidò l’incisione delle sue lastre a degli artisti. E proprio le sue incisioni sono "il più significativo esempio di anatomia intesa come studio del corpo umano ad uso della pittura".
Le edizioni possedute dalla Biblioteca, e ora messe in mostra, sono una collezione rappresentativa e di alto valore tipografico di questo tipo di studi. Si tratta quindi di trattati di alta qualità e di grande valore di cui il catalogo ne ricostruisce sia la storia della realizzazione, sia quella delle varie proprietà prima di arrivare ad essere donate alla Biblioteca. Gran parte del volume è quindi destinato alla ricostruzione delle collezioni e all’analisi delle opere in una chiave storica.
Il lato più affascinante da cui considerare questa raccolta rimane però quello che ci suggerisce Marinella Pigozzi, curatrice dell’esposizione: "Dietro ci sono le paure dell’uomo, il suo smarrimento di fronte alla malattia e alla morte. I testi illustrati appaiono una via verso la conoscenza e un antidoto alla solitudine dell’uomo, malato e sano".
Il successo dello studio grafico della scienza medica ha origine, per quanto riguarda l’Italia, nel 1478, anno in cui a Firenze viene pubblicato il "De medicina" di Aulo Cornelio Celso. "L’interesse dell’editoria (verso l’arte e la medicina) sarà in più occasioni ribadito fra la fine del Quattrocento e il Cinquecento, soprattutto a Bologna e a Venezia", continua a spiegare la prof.ssa Pigozzi. Segue poi la città universitaria di Padova, dove si ritrovò proprio Vesalio, il medico fiammingo che abbiamo già citato.
Egli aveva l’incarico di leggere testi d’anatomia e sezionare il corpo umano, come fece anche a Bologna pubblicamente. Dai suoi studi nacquero i sette libri del "De humani corporis fabrica" e questi segnarono il modo di vedere la scienza medica da quel momento in poi. "Gli studiosi di medicina lo ritengono il manifesto del nuovo metodo anatomico e il primo fondamento della medicina attuale".
Ed è per i primi due secoli di questa nuova strada che la mostra "Il corpo in scena" ed il rispettivo catalogo si inoltrano: dall’uomo zodiacale (in cui vivono presunti rapporti tra anatomia e volta celeste) alle illustrazioni che rappresentano le disserzioni pubbliche; dalle spiegazioni grafiche di come incidere le vene delle varie parti del corpo, alla varia struttura dei nostri muscoli e delle ossa.
Si tratta quindi di una mostra in cui, citando ancora Marinella Pigozzi, "il corpo, studiato in funzione delle sue potenzialità, delle proporzioni di microcosmo in rapporto armonico con l’universo, dei suoi muscoli in movimento secondo cadenze classiche, indagato sotto la pelle nei suoi organi, fa spettacolo della sua struttura e mantiene aperto lo scambio professionale tra medici ed artisti".