Autore: Donatella Biagi Maino (a cura di)
Editore: Umberto Allemandi & C.
Prezzo: 18,75 euro
La storia della cultura artistica bolognese del secolo dei lumi vista attraverso il cannocchiale dello scienziato, ovvero nuove riflessioni sul divenire dell’arte nella seconda città dello Stato Pontificio. E’ questo il filo conduttore de L’immagine del Settecento, il testo curato da Donatella Biagi Maino, docente di Storia e Teoria del Restauro e di Storia dell’Arte Moderna all’Università di Bologna, esperta di pittura del Sei-Settecento in Emilia Romagna, della storia delle istituzioni, e delle applicazioni di metodologie scientifiche nel campo della conservazione e del restauro di opere d’arte.
I saggi del volume, edito da Umberto Allemandi & C., conducono a un’inedita interpretazione delle vicende intrecciatesi tra l’Accademia delle Scienze e l’Accademia Clementina di Pittura, Scultura e Architettura sotto l’egida dell’Istituto delle Scienze, organismo di punta dell’Europa settecentesca ed esempio per i cenacoli intellettuali d’avanguardia, nei due momenti vitali della sua storia: la fondazione, voluta dal generale Luigi Ferdinando Marsili e la rifondazione attuata da Benedetto XIV.
Affrontando da un inedito punto di vista i rapporti tra le arti del disegno, nelle figure di Giuseppe Maria Crespi, Donato Creti, di Ercole Lelli, e le scienze di natura, si evidenzia del Settecento bolognese la vivacità e l’internazionalità, favorita dalla presenza di due mecenati di straordinaria lungimiranza.
La nuova chiave interpretativa del periodo preso in esame è volta alla chiarificazione del ruolo della cultura anche pittorica bolognese nell’Europa illuminista.