Autore: Roberto Grandi e Cristian Vaccari
Editore: Carocci editore
Prezzo: Euro 15,50
Prima sono arrivati i mezzi di comunicazione di massa, che hanno irrimediabilmente modificato lo scenario della politica, facendo nascere la propaganda ma anche abolendo la segretezza del retroscena su ci si fonda l’autorevolezza della leadership. Poi la caduta delle ideologie, che ha modificato la retorica della politica, facendo prevalere le tecniche di marketing e il sondaggio vissuto come un elettrocardiogramma. Infine le nuove tecnologie, con l’e-democracy e le basi per la democratizzazione della democrazia.
Se da un lato i protagonisti di questa storia sono e restano sempre il sistema politico, il sistema dei media e i cittadini, dall’altro le logiche che sottendono la comunicazione politica risultano profondamente cambiate. E c’è di più. Le campagne elettorali, che pure rischiano di diventare permanenti, non esauriscono il panorama della comunicazione politica.
"Questo libro nasce dalla convinzione che i processi di comunicazione politica riguardino sia i momenti elettorali, caratterizzati dall’utilizzo di tecniche di marketing e pubblicità, sia il rapporto, quotidiano e continuo, necessario ma controverso, tra sistema politico e cittadinanza, dove la complessità delle domande sociali spinge la politica a ripensare le forme e le modalità della democrazia e della rappresentanza" spiegano gli autori Roberto Grandi, docente di Comunicazione di massa e di Comunicazione pubblica e Cristian Vaccari, dottore di ricerca in Comunicazione e nuove tecnologie.
Proprio dall’analisi delle campagne elettorali complesse e poco prevedibili, prende le mosse il volume. Una delle caratteristiche delle campagne (si pensi ad esempio a quella delle Politiche del 1994) è il ruolo crescente giocato dai mass media. Ma sono sicuramente i cittadini in quanto tali e in quanto elettori la variabile più complessa e sfuggente. Il processo di inclusione e di democratizzazione della democrazia diventa perciò il punto focale dell’argomentazione. E l’interesse degli autori si sposta dalla campagna elettorale all’analisi delle pratiche discorsive messe in atto al di fuori delle campagne stesse. "Ancora una volta – affermano gli autori – non è forse un caso che il passaggio dalle campagne moderne a quelle postmoderne sia accompagnato dalla richiesta, operata da una fetta sempre più grande della società civile, di contare di più nelle scelte e nella vita dei partiti, fino a invocarne forme organizzative diverse".