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Ut natura ars - copertina

Ut natura ars. Virtual Reality e archeologia

Autore: Antonella Coralini e Daniela Scagliarini Corlàita (a cura di)

Editore: University Press Bologna

Prezzo: 36,15 euro

I risultati raggiunti, le prospettive future, le questioni epistemologice e di metodo nell'applicazione della Virtual Reality all'archeologia

Da diversi anni ormai i progressi delle nuove tecnologie hanno permesso a diverse discipline di dotarsi di strumenti in grado di aiutare notevolmente le attività di ricerca, semplificando e velocizzando azioni prima complesse e finanche aprendo possibilità e strade inedite per le materie di volta in volta coinvolte. Non manca tra queste materie l'archeologia, che dal finire degli anni '90 può contare sugli sviluppi della Virtual Reality, strumento "ormai strutturalmente presente nel metodo e nel modus operandi archeologici in quanto strumento di verifica e di rappresentazione dei risultati della ricerca".

"Ut natura ars. Virtual Reality e archeologia" si occupa di esaminare da diverse angolazioni e con il supporto di diversi esempi i risultati e le possibilità derivati dall'introduzione delle tecnologie di realtà virtuale in campo archeologico. "Il titolo del volume - scrivono nella Premessa le due curatrici Antonella Coralini e Daniela Scagliarini Corlàita - allude a quel certamen artis et naturae (Pl. NH, 21.4), il rapporto tra il vero reale e il verisimile creato dalle arti figurative, che affascinava gli antichi. E' quel certamen che la Virtual Archaeology rinnova, con il suo mirare non solo a riprodurre il reale, ma anche a sanare gli effetti distruttivi del tempo su di esso, attraverso itinerari complessi di ricerca e ricostruzione".

Il volume, pubblicato nell'aprile del 2007 da University Press Bologna, riporta gli atti della Giornata di Stdudi omonima tenutasi a Bologna il 22 aprile 2002, un convegno che si proponeva come occasione di confronto, verifica e riflessione sui risultati fino a quel momento raggiunti, dal quale sono emerse questioni epistemologiche e di metodo ancora oggi valide ed attuali. L'incontro documentato si configura come un momento di particolare valore anche considerato l'intreccio tra specialisti dell'elaborazione delle immagini e archeologi che ha contraddistinto l'elenco dei partecipanti, elemento non comune ai convegni dedicati all'archeologia virtuale, che ha permesso anche di focalizzare l'attenzione su problemi di metodo.

Corredati da numerose ed affascinanti immagini che alternano emergenze archeologiche e ricostruzioni virtuali delle stesse, i numerosi interventi di cui si compone il volume spaziano dalle presentazioni di carattere tecnico e metodologico, alle esperienze di attori impegnati nella Virtual Archaeology, come il Cultural Virtual Reality Laboratory, o il CINECA, fino all'illustrazione di casi specifici in cui le tecnologie di realtà virtuale hanno permesso di conseguire risultati di grande rilievo, ad esempio la ricostruzione del Secondo Tempio di Gerusalemme, o quella dei volti delle mummie dell'antico Egitto.

"L'archeologo che oggi sceglie di utilizzare i codici e le tecniche espressivi e comunicativi della realtà virtuale - scrivono ancora Antonella Coralini e Daniela Scagliarini Corlàita - decide di affrontare un programma che è non meno arduo, e certamente più complesso, di quello dell'artista, e che richiede un delicato equilibrio tra il rigore documentario e l'efficacia evocativa".