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Ingegneria in guerra - Copertina

Ingegneria in guerra. La Facoltà di Ingegneria di Bologna dalla RSI alla Ricostruzione

Autore: Renato Sasdelli (a cura di)

Editore: CLUEB

Prezzo: 14 euro

Attraverso documenti e testimonianze storiche, il racconto inedito delle terribili vicende che attraversarono la sede della Facoltà di Ingegneria nel biennio 1944-1945, quando divenne caserma e luogo di tortura per i prigionieri partigiani

"La sede della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Bologna, costruita in viale Risorgimento su progetto dell'architetto Vaccaro e inaugurata il 28 ottobre 1935, con l'armistizio dell'8 settembre 1943 fu requisita dalle forze armate germaniche poi nel febbraio 1944 divenne caserma della GNR e sede del suo comando provinciale. Durante questo secondo periodo molti partigiani conobbero Ingegneria come carcere e luogo di tortura: non pochi come anticamera della morte".

Queste le parole con cui il prof. Renato Sasdelli apre l'introduzione al volume "Ingegneria in guerra. La Facoltà di Ingegneria di Bologna dalla RSI alla Ricostruzione", di cui è curatore. Attraverso numerose testimonianze, alcune delle quali fino ad oggi inedite, e grazie ai documenti dell'Archivio Storico dell'Università di Bologna sono ricostruite nel libro le vicende spesso tragiche che coinvolsero l'edificio di viale Risorgimento, utilizzato dalla GNR come luogo di prigionia per partigiani e dissidenti.

Un ricordo, quello dell'utilizzo della sede di Ingegneria durante la guerra, conservato unicamente nella memoria dei superstiti e dei famigliari dei detenuti, che questa preziosa pubblicazione restituisce alla Storia della città e della guerra. "Questo lavoro - prosegue Sasdelli - vuole innanzi tutto ricordare quanto avvenne all'interno della Facoltà di Ingegneria di Bologna in quei mesi terribili: i quasi settanta nomi individuati fino ad ora e i numerosi altri citati, in varie testimonianze, senza nome o con indicazioni generiche, danno un'idea dell'uso sistematico dell'edificio della Facoltà come carcere e luogo di tortura".

Partendo dal racconto dei luoghi occupati ed utilizzati dalle forze armate germatiche e dalla GNR, l'analisi si concentra così su nomi, documenti e testimonianze dei partigiani che furono condotti a Ingegneria, e si allarga in seguito ad una panoramica sui docenti, tecnici e studenti della Facoltà che decisero invece di partecipare alla Resistenza. Sono documentati, inoltre, i processi di capi, torturatori e spie che furono coinvolti nelle attività di viale Risorgimento e il faticoso e complesso percorso che portò alla ripresa ufficiale delle attività ad Ingegneria nel 1947. A chiudere il volume, un portfolio di ritratti dei protagonisti e testimonianze fotografiche delle vicende raccontate.