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La matematica non serve a nulla

La matematica non serve a nulla

Autore: Giorgio Bolondi e Bruno D'Amore

Editore: Editrice Compositori

Prezzo: 14 euro

Frasi e dichiarazioni di matematici, scienziati, ma anche letterati e grandi personaggi storici che trattano della scienza dei numeri per dare risposte a una semplice domanda: ma a cosa serve la matematica?

La domanda è a cavallo tra il serio e il faceto, tra l'ironico e il provocatorio: a cosa serve la matematica? Materia studiata a lungo, da tutti, sin da tenera età. Spesso con fatica. Capace di dare soddisfazioni (quando l'equazione riesce), ma anche parecchi grattacapi e mal di testa (quando il risultato è molto lontano da quello indicato sul libro di testo).

Giorgio Bolondi e Bruno D'Amore, matematici e docenti all'Alma Mater, provano a dare qualche risposta al quesito che prima o poi ognuno di noi, nei suoi momenti di esasperazione, si è posto. La prima, quella più irrazionale e istintiva, è anche quella che dà il titolo al libro: "La matematica non serve a nulla". Frase presa in prestito da un graffito comparso qualche anno fa in piazza del Baraccano, a Bologna. Tracciato, con ogni probabilità, da uno studente poco soddisfatto.

Ma molte altre (e più costruttive) sono le risposte possibili. Bolondi e D'Amore le passano in ressegna utilizzando un metodo divertente e originale. Frasi e dichiarazioni di matematici, scienziati, ma anche letterati e grandi personaggi storici che trattano della scienza dei numeri. Ad ogni citazione segue un commento di spiegazione e riflessione, e ancora sotto una breve nota biografica sul nome di volta in volta protagonista. Da Bertrand Russell a Claude Lévi-Strauss, da Platone a Galileo Galilei, da Dante a Jean-Jacques Rousseau. Ci sono anche personaggi di finzione, come il Pinocchio di Collodi ("Oggi, alla scuola, voglio subito imparare a leggere: domani poi imparerò a scrivere, e domani l'altro imparerò a fare i numeri") o il Peppone di Guareschi ("Io non ho paura di niente, nemmeno del teorema di Pitagora! (Che comunque non è in programma)"), e non mancano l'avviso che stava all'ingresso dell'Accademia di Atene, "Non entri chi non conosce la geometria", o il classico detto popolare "Non c'è niente di più pratico di una buona teoria".

"Questo libro - spiegano insomma gli autori -, attraverso la lettura e il commento di pensieri, battute, motti solenni e paradossi chi ci hanno lasciato personaggi del passato e del presente, illustri e non, vuole dare qualche spunto di riflessione e aprire qualche finestrella sul mondo della matematica e dei matematici: che cosa fanno, perché lo fanno, come ne parlano".

C'è una domanda e ci sono una serie di risposte. Ai lettori il compito di scegliere quella che preferiscono. "Se poi, alla fine del libro - concedono Bolondi e D'Amore - penserete che la parola più saggia l'abbia detta l'ignoto graffitaro, speriamo almeno che vi siate divertiti".