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L'agricoltura e il cibo dell'Antica Roma in tavola ad Ostra Vetere

Una serata tra gli scavi archeologici curati dal Dipartimento di Storia, culture, civiltà dell'Università di Bologna. Poi una riflessione, con cena finale, su prodotti agricoli e ricette tra l'antico passato e oggi

Venerdì 18 luglio nell'area archeologica "Le Muracce" di Ostra Vetere, in provincia di Ancona, si tiene un'iniziativa intitolata "Sapore di Roma". Si parte alle 17,30, con una visita guidata agli scavi e all'area archeologica, poi, dalle 19, è in programma la tavola rotonda "Agricoltura tra tradizione e innovazione: dal passato suggestioni per il futuro". Infine, dalle 20,30, è prevista una cena a buffet con piatti e ricette dell'Antica Roma.

Tra gli organizzatori dell'iniziativa c'è anche il Dipartimento di Stora, culture, civiltà dell'Università di Bologna, che dal 2004 porta avanti campagne di ricerca e di scavo archeologico per studiare i resti della città romana di Ostra. Per questa attività di ricerca, nel 2012, il Comune di Ostra Vetere ha assegnato al Dipartimento Unibo la cittadinanza onoraria.

La città romana di Ostra
Ostra nasce come città nel corso del I secolo a.C. Prima di questa data era un piccolo centro lungo la strada che da Sassoferrato andava a Senigallia, dove periodicamente i magistrati incaricati dal senato di Roma venivano per amministrare la giustizia tra i coloni mandati a coltivare questo settore nel 232 a.C.

Nel I e II secolo d.C. Ostra, come le altre città romane delle Marche, conosce il suo periodo di maggiore ricchezza, per venire poi progressivamente abbandonata tra VI e VII secolo d.C., quando la guerra tra Goti e Bizantini prima e l’invasione longobarda poi spinsero gli abitanti a cercare luoghi più sicuri sulle alture vicine.

L’unica traccia dell’antica città rimasta sempre visibile sono le rovine dell’antico tempio centrale, probabilmente perchè trasformato in chiesa, visto che Ostra all’inizio del VI secolo era sede vescovile.

I primi scavi nella città furono condotti Giuseppe Baldoni di Montalto nel 1903 e 1904 e portarono alla luce il teatro, le terme e parte del foro. Dopo alcuni interventi sporadici della Soprintendenza, nel 2006 è iniziata l’esplorazione sistematica della città da parte del Comune di Ostra Vetere, dell’Università di Bologna e della Soprintendenza per i Beni archeologici delle Marche.

Gli scavi si sono per ora concentrati nella zona del foro, dove sono stati riportati alla luce diversi edifici pubblici e quelli che sembrano essere degli apprestamenti per le votazioni.

La tavola rotonda e la cena
Ostra si trova al centro di un territorio sfruttato già in età romana con coltivazioni intensive e con l’impianto di vigne e oliveti. Le tracce di questo sfruttamento agricolo sono numerose e sono costituite dai resti delle antiche fattorie sparse nel territorio e dal disegno della campagna, in particolare sul fondovalle, che risente ancora dell’impianto della centuriazione romana.

Gli antichi scrittori raccontano dei prodotti per i quali questa regione era famosa, in particolare la frutta, tra cui le olive da pasto esportate in tutto l’impero, e il vino, prodotti per cui anche oggi le Marche restano famose

Il paesaggio agrario che ancor oggi contraddistingue le Marche, con la forte presenza, accanto a colture più recenti come il girasole o la colza, di grano, vigneti e oliveti riporta, in un certo senso, in questo lontano passato, reso però ancora più vicino proprio da questa continuità, che non solo non va interotta, ma deve essere valorizzata anche attraverso il recupero di coltivazioni tradizionali.

Da qui l'idea della cena a buffet, che consentirà ai partecipanti di assaggiare una selezione di cibi ricostruiti in maniera il più possibile fedele ai testi originari latini. Un’antologia di sapori e preparazioni servita con un corredo didattico di informazioni, in grado di restituire lo spirito del mangiare e della mensa nell’antica Roma, le tipologie di alimenti e pietanze più ricorrenti, il loro spazio nella scansione dei banchetti e dei pasti più ordinari nell’arco della giornata, il loro significato simbolico ed anche gli impieghi rituali.