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Il drone Unibo per il soccorso antivalanghe vola sulle Alpi valdostane

Un test sul campo per il mini quadricottero messo a punto nell’ambito del progetto europeo SHERPA coordinato dall'Università di Bologna. Il drone dovrà individuare la provenienza del segnale emesso da un trasmettitore nascosto sotto la neve

Venerdì, sabato e domenica prossimi, sulle Alpi valdostane sarà sperimentato il prototipo di un mini quadricottero autonomo per la ricerca di persone rimaste travolte da valanghe. Il test sarà condotto nel comprensorio sciistico di Pila, in provincia di Aosta, in collaborazione con il soccorso alpino valdostano impegnato sul campo con un’attività di addestramento.

Il drone è in grado di identificare un segnalatore nascosto a 300 metri di distanza sotto un metro di neve in meno di un minuto: la tempestività dei soccorsi in questi casi è fondamentale per riuscire a salvare chi si trova travolto dalla neve. Spesso la vittima si trova in località difficili da raggiungere e quindi per i soccorritori il rilevamento del segnale può essere assai difficoltoso.

Il drone è stato messo a punto nell’ambito del progetto SHERPA finanziato dall’Unione Europea a cui partecipano dieci partner del continente. A coordinare le ricerche è l’Università di Bologna con il team guidato da Lorenzo Marconi del Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione “Guglielmo Marconi”.

Il progetto propone una soluzione innovativa per velocizzare i tempi di soccorso in caso di valanghe. L’idea è quella di utilizzare un drone dotandolo di un ricevitore ARTVA per la ricerca dei dispersi, in modo da perlustrare una vasta aerea in tempi rapidi. Il mini quadricottero sarà quindi testato sulle performance di volo in montagna con condizioni meteo avverse e sull’individuazione di un segnale emesso da un trasmettitore nascosto sotto la neve.