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Da Unibo a Fabrica fino alla Tate gallery di Londra

Si chiama Recognition il progetto sviluppato da un informatico Unibo, oggi esposto a Londra per un percorso tra presente e passato nell'arte


Quando ha scelto l'Università di Bologna per studiare Informatica, Angelo Semeraro non pensava di poter andare oltre la tecnologia
per approfondire il mondo dell'arte da un punto di vista nuovo e non convenzionale. Ha iniziato ad avere la consapevolezza delle molteplici potenzialità del codice, anche in ambiti apparentemente distanti dall'informatica, quando ha collaborato durante il Corso di Sistemi e applicazioni multimediali dell'Alma Mater, a un progetto con il Museo di Arte Moderna di Bologna – Mambo, per sviluppare un'idea che comprendesse tecnologia e creatività. Una strada che ha scoperto piacergli molto e che non ha più abbandonato.

Dopo la Laurea magistrale in Informatica Angelo è approdato a Fabrica, il centro di ricerca di Treviso sulla comunicazione, dove oggi coordina l'area di Interaction Design, portando avanti diversi progetti con protagonista l'arte in vari ambiti. L'ultimo è Recognition, vincitore dell'IK Prize, un premio dedicato ai creativi digitali.

"Io e il team, costituito da Coralie Gourguechon, Monica Lanaro e Isaac Vallentin, abbiamo partecipato a una call - racconta Angelo Semeraro - che chiedeva di applicare un pensiero razionale e oggettivo, come quello dell'intelligenza artificiale, a un campo soggettivo come l'arte. Bisognava partire dall'uso di un'intelligenza artificiale per rivisitare la collezione della Tate Britain, composta da circa 30 mila opere, dal 1500 ad oggi. Ha vinto la nostra idea: abbiamo realizzato un algoritmo capace di mettere in relazione le immagini di oggi, provenienti dalla cronaca, con quelle del passato".

Non hanno lavorato da soli, Angelo e il suo team. Con loro ha collaborato la Reuters, una grande agenzia di stampa che in tempo reale fornisce immagini dalle notizie attuali, per confrontarle con le migliaia di opere del Museo.

"Recognition è in mostra alle Tate gallery di Londra fino al 27 novembre - continua Angelo - e, oltre a mettere a confronto le immagini, svela aspetti a volte impercettibili alla mente umana. Allo stesso tempo, il sistema apprende le scelte soggettive dell'uomo: alla Tate di Londra, infatti, è possibile interagire con le immagini e, sugli schermi touch screen, selezionare quelle di oggi e quelle del passato, realizzando personali accoppiamenti. L'obiettivo è capire come l'input umano può modificare il processo decisionale di un'intelligenza artificiale".

 

Autore: Viviana Sarti