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A Ravenna il primo congresso nazionale di Public History

Oltre 500 studiosi si incontreranno per gli "stati generali" della disciplina che raccoglie le attività di recupero della memoria storica svolte per il pubblico e con il pubblico, coprendo il largo spazio che intercorre fra la storia accademica e universitaria e la divulgazione sui grandi media


Per una settimana Ravenna diventerà la capitale della Public History in Italia. Da lunedì 5 a venerdì 9 giugno la città romagnola ospiterà infatti a palazzo dei Congressi e palazzo Corradini il quarto convegno annuale della International Federation for Public History (IFPH-FIHP) insieme al primo convegno della AIPH, l’Associazione Italiana di Public History.

“Per Public History - spiega Luigi Tomassini, direttore del Dipartimento di Beni Culturali dell'Università di Bologna, che ha sede nel Campus di Ravenna - si intendono quelle attività di recupero della memoria storica che si svolgono per il pubblico e con il pubblico, e che coprono il largo spazio che intercorre fra la storia accademica e universitaria e la divulgazione sui grandi media. Fanno parte della Public History tutta una serie di attività, svolte da musei, biblioteche, studiosi e appassionati locali, e promosse da enti pubblici, privati, associazioni e cooperative culturali, che vanno dalla forma tradizionale dello studio, del volume, magari celebrativo, fino alle rievocazioni storiche, al re-enactment, alle battaglie in scala e così via. In poche parole la Public History non è né la storia professionale studiata e insegnata nelle scuole e nelle università, né il consumo di storia dei programmi televisivi o delle opere divulgative dirette al grande pubblico e a un consumo di massa, ma è tutto quello che sta fra questi due poli. Spesso si pensa che in mezzo non ci sia nulla, e invece ci sono miriadi di attività diverse, di appassionati, di cultori della storia, della archeologia, della memoria, di luoghi, di eventi, di persone e di oggetti, che compiono una attività essenziale di recupero del passato e di rielaborazione della memoria collettiva”.

L’evento è organizzato dal Dipartimento di Beni Culturali dell'Università di Bologna, dall’ Associazione italiana di Public History e dalla Federazione internazionale di Public History, in collaborazione con Fondazione Flaminia.

La prima conferenza dell’Associazione Italiana di Public History a Ravenna riunirà public historian da tutte le regioni della penisola che s’interrogheranno sulle ragioni di una via italiana alla disciplina. Il convegno di Ravenna intende favorire il processo di riflessione e confronto fra studiosi e operatori per definire lo statuto scientifico della disciplina in Italia e promuoverne la valorizzazione, mettendo a confronto diverse esperienze e diversi approcci disciplinari in una sorta di "stati generali" della disciplina in ambito nazionale e internazionale. Per fare questo si incontreranno oltre 500 studiosi universitari e operatori culturali, circa la metà dei quali stranieri. Si tratta di una iniziativa molto corposa: sono programmati oltre 90 panel, con un numero complessivo di 191 relazioni (alcune di più autori) e 25 poster per la conferenza internazionale, e 174 relazioni e 32 poster per la conferenza italiana.

Tra i momenti più significativi si possono segnalare le keynote di Michael Frisch per l’AIPH su "Il concetto di Shared Authority nella Public History ogg"i (mercoledì 7 giugno alle 18) e quella di Paweł Machcewicz per l’IFPH su "Museum of the Second World War in Poland: Intersections of History, Memory and Politics" (giovedì 8 giugno alle 18,30), oltre alle numerose iniziative culturali collaterali che si terranno durante tutta la settimana.

Il convegno della Public History è aperto anche a cultori e appassionati. Nei giorni del convegno in città si svolgeranno una serie di eventi ludici, come proiezioni di filmati, cene storiche a tema, spettacoli teatrali, incontri collaterali di riviste di storia, battaglie in scala, videogiochi storici, gite in bicicletta e a piedi per visitare la città e i dintorni: insomma accanto al convegno scientifico ci sarà una vera e propria festa della Public History. Sono previsti una serie di eventi collaterali, presso istituti della città, come un incontro fra le riviste universitarie di storia, che si terrà presso la Biblioteca Oriani, e un incontro delle riviste di grande divulgazione storica, che si terrà presso e con la collaborazione di RavennAntica. Rai Storia avrà uno spazio dedicato con proiezioni e presentazione di programmi e attività, la sera del 6 giugno al Palacongressi, e vi sarà inoltre una copertura di Rai Storia a tutto il convegno.

“L’iniziativa – spiega Tomassini – candida Ravenna, che è una città con una tradizione storica importantissima a livello mondiale, a diventare un punto di riferimento per le attività di public history che si svilupperanno in Italia, appoggiandosi sul Dipartimento di Beni Culturali, che ha già un ruolo importante in Italia in questo campo, all’amministrazione comunale e alla Fondazione Flaminia”.

“Oltre al valore scientifico dell’iniziativa – sottolineano Ouidad Bakkali, assessore comunale all’Università e Antonio Penso direttore di Fondazione Flaminia – vi è un aspetto importante relativo alla capacità dell’università di portare in città un turismo congressuale di qualità. Per Ravenna vi è un indiscusso ritorno non solo in termini economici, ma anche di immagine che viene diffusa in ambienti qualificati della cultura di tutti i paesi del mondo. Si deve ricordare che il convegno segue di pochi giorni un convegno internazionale sulla figura di Dante Alighieri, anch’esso organizzato dal Dipartimento di Beni Culturali, che ha portato a Ravenna quasi 200 studiosi di vari paesi”.

Public History

dal 5 al 9 Giugno 2017

ore: 08:00

Dipartimento di Beni Culturali, Palazzo Corradini (Via A. Mariani, 5 - Ravenna) e Palazzo dei Congressi (Largo Firenze, Ravenna)

Ingresso previa iscrizione/registrazione a pagamento

La Public History internazionale e la Public History italiana a confronto

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