Si è svolta, in Rettorato, la due giorni "Universities as Sponsors" organizzata da Caritas Italiana, Università di Bologna, il network Share, l’International Catholic Migration Commission (ICMC) e il Consorzio Communitas con il coinvolgimento dell’UNHCR e di Diaconia Valdese. L'evento, che ha visto confrontarsi in Unibo i responsabili di programmi di vie legali di ingresso per studenti rifugiati provenienti da tutto il mondo, è stato l'occasione per lanciare il Manifesto che intende rafforzare ed espandere in tutta Europa corridoi umanitari dedicati a giovani studenti rifugiati in Europa. Oggi solo il 5% delle persone che scappano da guerre e persecuzioni può accedere all’istruzione superiore (nel 2019 era solo 1%), a dimostrazione che i programmi di accoglienza studentesca come Unicore di Caritas Italiana stanno funzionando.
"Unicore è un progetto in continua crescita e quest’anno sono 31 le università italiane aderenti insieme alle Caritas diocesane che supportano l’integrazione degli studenti rifugiati. – racconta Daniele Albanese di Caritas Italiana- Le vie legali di ingresso per rifugiati per motivi di studio si stanno ampliando in diversi Paesi europei. L’obiettivo, anche grazie al Manifesto presentato oggi, è quello di diffondere a livello europeo questi programmi di integrazione di qualità, per costruire un futuro di pace nel nostro Continente".
"L’Università di Bologna - ha dichiarato il Rettore Giovanni Molari - crede in queste forme di cooperazione multilivello, come è il Manifesto che viene presentato oggi, tra diversi attori e ribadisce l’importanza di forme di cooperazione internazionale che consentano il sostegno degli studenti rifugiati".
Come spiegato nel Manifesto, situazioni come quelle dell’Ucraina, del Corno d'Africa, dello Yemen, del Myanmar, della Siria o dell’Afghanistan, Paese dove l'istruzione superiore per le donne è preclusa, fanno capire che è necessario mettere in campo un’azione globale, efficace e duratura, nel rispetto dei valori europei. Il rafforzamento dei corridoi universitari è un vantaggio anche per chi accoglie, con la possibilità di arricchire tutto il mondo accademico grazie alle esperienze e alle capacità nuove portate da questi studenti.
L’appello al Parlamento europeo dei promotori è quello di sostenere in maniera stabile i corridoi umanitari per studenti con tre azioni concrete. Il primo è quello di investire nel personale che seleziona le domande di accesso ai corridoi per studenti. Il secondo è creare fondi per le borse di studio con il sostegno anche del settore privato, Infine, il coinvolgimento delle comunità locali nel sostenere l’integrazione degli studenti, in particolare nel momento in cui questi devono uscire dalle università ed entrare nel mondo del lavoro.
Quella di Bologna è solo la prima di una serie di iniziative che porteranno il Manifesto in tutta Europa, ma intanto le organizzazioni e le singole persone che vogliono sostenerlo possono visitare il sito e apporre la loro firma.