Culture elettroniche. Bpm in frames

Alla fine degli anni ’70 alcuni artisti pionieri cominciarono a utilizzare strumentazioni elettroniche per creare musica pop prendendo sonorità già "scoperte" dalla musica sperimentale colta per ripeterle ossessivamente in un loop, secondo il modulo tipico della tradizione popular. Questa rivoluzione non ha comportato mutamenti esclusivamente nel campo artistico ed estetico, ma ha creato attorno a sé una cultura particolare, con riti, abitudini, stili di vita e luoghi di aggregazione propri. La conferenza di sabato 24 aprile (ore 14,30), inserita nella programmazione del festival Distorsonie 2004, intende spiegare le caratteristiche distintive di queste microculture elettroniche, secondo vari punti di osservazione, quali quello sociologico, artistico, antropologico e economico. L’incontro, curato da Lucio Spaziante, docente di Analisi dei linguaggi musicali giovanili presso il DSC, prevede gli interventi di Roberto Agostini (università di Pisa), Claudia Attimonelli (Università di Bari), Andrea Benedetti (produttore e musicista), Tiziano Bonini (IULM Milano), Roberto Grandi (Università di Bologna), Paolo Magaudda (Università di Padova) e la redazione della rivista musicale Blow-up. A cura di Dipartimento di Discipline della Comunicazione nell'ambito di Distorsonie 2004.