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Una buona ricerca sociale? Quella che scopre i problemi

28 Maggio 2004

Sede cooperativa Cadiai

Come si devono comportare coloro che lavorano a contatto delle fasce sociali più deboli? Qualche suggerimento sarà dato dai risultati condotti dagli studenti dell’Università di Bologna presso la cooperativa Cadiai.

Indagare la soggettività e l’esperienza di popolazioni a disagio. Proporre le scienze sociali come portatrici di valori umani prima ancora che scientifici. E’ la sfida lanciata dal gruppo di ricerca del prof. Valerio Romitelli, docente di Metodologia delle Scienze Sociali. E il 28 maggio la sede Cadiai in via Dino Campana 57 (quartiere Pilastro) ospiterà la presentazione dei primi risultati di un’inchiesta condotta dagli studenti. "Una buona ricerca sociale scopre i problemi - sostiene il prof. Romitelli - non è importante verificare un’ipotesi, ma conoscere qualcosa di nuovo". Quest'anno ad essere interpellati sono stati  degli operatori e coordinatori della Cadiai, una delle maggiori cooperative che nella nostra città svolge servizi per fasce sociali disagiate come anziani, disabili, donne in difficoltà. Ne è risultata una serie di interviste qualitative (più di una settantina)  durate ciascuna circa un'ora, la cui trascrizione è di più 200 pagine. Questo ricco materiale da cui emergono problemi e soluzioni che interessano questo lavoro difficile e quanto mai necessario, è stato quindi sottoposto ad un'analisi di contenuto. Esperienze simili si sono svolte in modo soddisfacente negli anni precedenti cogli utenti dello sportello per lavoratori stranieri della CGIL di Bologna e in seguito coi ragazzi frequentanti i corsi del Nuovo Obbligo Formativo presso la Fondazione Aldini Valeriani e l'Ecipar.