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Umorismo e ebraismo

12 Luglio 2004

Museo Ebraico di Bologna, Via Valdonica 1/5, ore 21.00

Per il ciclo di incontro "Serate al Museo Ebraico di Bologna", Alberto Bertoni affronterà il tema dell'umorismo in relazione all'ebraismo, da Kafka a Sowl Bellow passando attraverso i fratelli Marx e Woody Allen.

Esiste un nesso tra comicità ed ebraismo? È possibile che l'autoironia, ovvero la capacità di ridere di se stessi, sia una caratteristica ebraica? Se non avesse avuto la capacità di ridere, o quantomeno di sorridere, delle proprie sventure, il popolo ebraico, sopravvissuto a dispersioni, violenze e stermini, avrebbe dovuto essere il popolo più triste sulla terra. Invece, ridere di se stesso è stato un po' come un antidoto nei confronti di una società che per secoli l'aveva segregato e discriminato dotandolo di un'ottica disincantata e scettica. Nel terzo incontro che il Museo Ebraico di Bologna dedica al tema umorismo ed ebraismo Alberto Bertoni affronterà il discorso degli umorismi ebraici in letteratura, attraverso letture di brani appartenenti a generi diversi, in cui la vena ironica si palesa a volte con maggiore evidenza, a volte più in trasparenza. A partire da Franz Kafka, nelle cui opere Fellini rintracciava un umorismo simile a quello inconscio dei sogni dove "le situazioni a volte sono così enormi da poterne sorridere", e che usava dire di se stesso: "Che cos'ho in comune con gli ebrei? Non ho neppure niente in comune con me stesso", fino a Sawl Bellow e Italo Svevo passando attraverso Woody Allen e i fratelli Marx, in una contaminazione tra cultura colta e cultura popolare e in una mescolanza di generi aventi come filo conduttore lo spirito ebraico e la costante ricerca della sua identità. Ufficio Stampa MEB: Monica Carpino tel 051 6569003 ufficiostampa@museoebraicobo.it Alberto Bertoni è docente di Letteratura Moderna e Contemporanea presso il Dipartimento di Italianistica dell'Università di Bologna. Autore di numerosi saggi di argomento novecentesco, ha curato nel 1987 per il Mulino i Taccuini 1915 - 1921 di F.T. Marinetti  e ha pubblicato i volumi "Dai simbolisti al Novecento. Le origini del verso libero italiano" (Bologna, il Mulino, 1995, Premio Russo e Premio Croce 1996) e "Una geografia letteraria tra Emilia e Romagna" (Bologna, CLUEB, 1997, in collaborazione con Gian Mario Anselmi), "Partiture critiche" (Pisa, Pacini, 2000), "Lettere stagionali" (Castel Maggiore, Book Editore, 1996, Premio Caput Gauri 1996 e Premio Dario Bellezza 1998); "Tatì" (ibid., 1999, Finalista del Festival Nazionale di Poesia San Pellegrino Terme 1999); e "Il catalogo è questo" (Parma, Il cavaliere azzurro, 2000). Ha partecipato alle antologie "Quaderno bolognese" (Bologna, Printer, 1992, con introduzione di Roberto Roversi), "Fuoricasa" (Castel Maggiore, Book, 1994, con un saggio di Andrea Battistini) e "L'Europa dei poeti" (Bologna, CLUEB, 1999).