Logo d'ateneo Unibo Magazine

Mostra per data

Segnala un evento

Il servizio che permette di segnalare a UniboMagazine e alla Newsletter UniboCultura le iniziative culturali organizzate dall'Università di Bologna.

Realismo sociale e realtà virtuale nel cinema belga francofono

dal 1 al 8 Aprile 2004

Cinema Lumière, via Azzo Gardino 65

Tra realtà e immaginario, realismo crudo e onirismo, così si presenta l'interessante produzione cinematografica belga, che dopo i numerosi riconoscimenti, attende solo d'essere conosciuta dal largo pubblico.

Il Centro Studi sulla Letteratura Belga di Lingua Francese in collaborazione con Commissariat Général aux Relations Internationales, Communauté Française de Belgique Wallonie-Bruxelles e Maison Française di Bologna, organizzano nell'ambito delle attività della Cineteca di Bologna, una rassegna sul cinema belga francofono che si svolgerà dall'1 all'8 aprile presso il Cinema Lumière. In allegato il programma completo delle 6 proiezioni. Hugues Sheeren, curatore della rassegna, racconta così le intenzioni che animano questa iniziativa: "Nel 1999 il titolo della precedente rassegna organizzata da Guy Borlée per la Cineteca era "Esiste il cinema belga?". Alla domanda noi avevamo già una risposta. Intendevamo proporre una riflessione non solo sulle difficoltà di riconoscimento del cinema belga, ma anche sulla problematica più ampia dell’identità di un piccolo paese che, pur essendo scelto come nucleo dell’Unione europea, ha una visibilità un po’ scarsa nel mondo in generale. Nonostante siano spesso assimilati a film dei vicini francesi e siano poco numerosi, i film della comunità francofona belga godono tuttavia di ottima reputazione nel panorama cinematografico mondiale. Quelli che riescono a passare le frontiere del paese deludono raramente e, ogni anno, vengono selezionati in quasi tutti i festival. Difficilmente dimenticheremo la Palma d’oro a Cannes nel 1999 per Rosetta. Se alcuni attori come Marie Gillain, Natacha Régnier o Olivier Gourmet, assai famosi in Belgio e anche in Francia non lo sono ancora all’estero, si spiega in parte per via della cultura di un popolo che evita lo star-system, che predilige la modestia alla grandezza, l’umiltà alla celebrità. I nomi dei registi, che hanno dimostrato il loro talento in diverse occasioni, non si sono stampati nella memoria del pubblico all’estero. Sono invece i film stessi a colpire. Chi non si ricorda di Toto l’eroe di Jaco Van Dormael o di La promessa dei fratelli Dardenne? I film belgi hanno la caratteristica di giocare sul confine tra realtà e immaginario. In bilico tra una forma di realismo sociale, crudo, aspro come nei film dei fratelli Dardenne o in Les convoyeurs attendent e una forma di onirismo, di percezione del tutto soggettiva della realtà come in Ma vie en rose, o addirittura la fuga verso un mondo virtuale come in Thomas est amoureux. Il cinema belga oscilla spessissimo tra questi poli, come se la carenza identaria di una nazione che non ha neanche una lingua unica portasse gli artisti a vedere l’universo in due dimensioni: si affronta la realtà così com’è o se ne scappa. Due tipi di rapporto con la realtà che si spiegano forse per via della doppia identità del paese". Ingresso con prezzi del Cinema Lumière. Inviti gratuiti disponibili per la proiezione di domenica 4 aprile, disponibili presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere.