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Movimenti contro l’Università come azienda

16 Maggio 2005

Dipartimento di Psicologia

Un dibattito acceso quello della riforma universitaria, di cui si occupa la Rete Nazionale dei Ricercatori Precari, che tende a considerare un’istituzione culturale come un’azienda, cercando di arrivare ad una progressiva privatizzazione.

È ormai da anni che in Italia si assiste alla cosiddetta "fuga dei cervelli", vale a dire menti illustri come ricercatori, scienziati, professori che nel nostro Paese non ricevono abbastanza soldi per la ricerca. Il fenomeno continua, perché le ultime riforme nel campo universitario sembrano aver dimenticato quanto importante sia la ricerca per avanzare in progresso, tecnologie e sviluppo. Il mondo universitario e la Rete Nazionale dei Ricercatori Precari in particolare protesta contro questa riforma che vuole abolire i ricercatori e che tende a rendere precario il lavoro intellettuale. A questo proposito, Gigi Roggero, attivo nel campo della ricerca sociale, ha condotto numerose inchieste in vari atenei italiani, tutte presenti nel suo ultimo libro Intelligenze fuggitive, movimenti contro l’Università come azienda, che presenterà il 16 maggio 2005 alle ore 21.30 presso il Dipartimento di Psicologia, in Viale Berti Pichat, 5. Questo volume, attraverso approfondite interviste condotte in numerosi atenei italiani, indaga le mobilitazioni contro il lavoro precario nella società contemporanea, ponendo con urgenza il problema di una nuova e diversa formazione e della rimozione degli ostacoli posti alla libera circolazione dei saperi dal regime della proprietà intellettuale e dall'organizzazione aziendalistica della ricerca. Le recenti mobilitazioni dell’Università ci fanno pensare che qualcosa sta cambiando. Crollata l’immagine del felice imprenditore di se stesso, si affaccia quella del precario, non solo vittima dell’incertezza di vita e di reddito, ma soprattutto soggetto di desideri e comportamenti irriducibili alle ragioni del mercato e dei riformatori, più o meno illuminati che siano. E nel far questo, si trova al fianco di una generalizzata presa di parola dell’intero mondo della formazione – si pensi all’esperienza dei comitati per la difesa della scuola pubblica, capaci di mettere insieme insegnanti e genitori degli alunni. Nel corso del dibattito l’attenzione sarà focalizzata su coloro che si sono riconosciuti nella definizione di precari e che hanno dato voce alle loro incertezze, cercando di sperimentare delle pratiche alternative, per ripensare alle fondamenta di un sistema universitario che lascia poco spazio alla crescita intellettuale, cosa che dovrebbe essere il suo pane quotidiano. Parteciperanno all’incontro Bifo, Andrea Lassandri e Sandro Mezzadra.