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La responsabilità civile e penale in Endoscopia

23 Settembre 2005

Royal Hotel Carlton

Le novità nella dottrina giuridica in materia di responsabilità medica dopo il passaggio dalla medicina paternalistica a quella informata.

È possibile individuare il primo tentativo di definire la responsabilità medica nel codice Hammurabi, del diciottesimo secolo avanti Cristo, che consentiva di comminare sanzioni al medico che avesse operato male, sia sotto il profilo diagnostico che terapeutico. A quel tempo, le sanzioni previste non erano ricondotte a una sorta di vendetta illimitata della famiglia, ma si traducevano nella pena del taglio della mano per il chirurgo che avesse mancato di raggiungere l’obiettivo. Da quel periodo, la medicina, il diritto hanno fatto passi da gigante. E, se non esistono più le punizioni corporali, è rimasto inalterato il concetto di responsabilità, anche se il grado di quest’ultima è commisurato alle numerose circostanze che possono verificarsi. Nell’ultimo decennio, anche in Italia si è affermato il principio che il medico deve fare i conti con il paziente, al quale compete la decisione finale per ogni azione diagnostico-terapeutica, decisione spesso condizionata da convincimenti morali. Si è passati dalla cosiddetta "medicina paternalistica" ad una sorta di "medicina informata", con importanti riflessi sul rapporto personale medico-paziente, che va sempre più configurandosi come rapporto impersonale paziente struttura. Questa trasformazione ha dato origine a una nuova impostazione dei diritti, ampiamente tutelati dall’ordinamento. E, com’era prevedibile, ne è derivata un’ampia e diffusa conflittualità, se è vero che in Italia, oggi, si registrano 25 mila vertenze l'anno per malpractice. Vertenze che, addirittura in 3 casi su 4, si concludono con l’assoluzione del sanitario. Si ha la sensazione, insomma, che si sia definitivamente rotto quel fondamentale patto sociale che intercorreva fra medico e paziente e che, anche se nel caso di un divorzio o di una rottura la colpa non va mai interamente attribuita ad una sola parte, quanto meno la responsabilità del medico sia minima rispetto a quella del paziente. È gioco forza, allora, che davanti a questi eventi il medico si senta in balia di qualcosa che non riesce a controllare, anche perché non ha in pugno gli strumenti che gli consentano di prevenire o ridurre gli effetti di possibili errori professionali. Qual è l’intervento dell’assicurazione della struttura ospedaliera e di quella personale quando un medico sia chiamato a rispondere civilmente o penalmente di un danno? Che cosa è l’azione di rivalsa? Qual è il vero significato del consenso informato? C’è possibilità di rivalsa per il medico ingiustamente accusato? Cos’è il trust? Da queste domande nasce il Convegno "La responsabilità civile e penale in Endoscopia" ospitato dal Royal Hotel Carlton di via Clavature venerdì 23 settembre dalle 8 alle 18. Lo scopo del seminario, per il quale è stato richiesto l’accreditamento Ecm – Educazione Continua in Medicina -, è fornire una panoramica quanto più ampia possibile sullo stato della dottrina e della giurisprudenza in questa materia, con particolare attenzione agli orientamenti più recenti. Per partecipare all’iniziativa occorre inoltrare la richiesta di iscrizione alla Segretaria, Sig.ra Angela Allegri, per fax (02.23903038) o per e-mail segreteria.isse@tin.it, unitamente alla ricevuta del bonifico bancario effettuato (costo 50 euro). In allegato l’elenco dei relatori e maggiori dettagli sulle modalità di iscrizione.